Ops. I took a nap in the library

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    I ragazzi che frequentavano la Salvatore Boarding School avevano un problema di fondo con l'ordine! Avevo passato l'intero pomeriggio a mettere al proprio posto i mille libri che i miei compagni avevano sfogliato per approfondire determinati argomenti trattati a lezione ma che si divertivano a lasciare, poi, sui grandi e polverosi tavoli in legno della biblioteca. Anche io ero nei loro stessi panni, studiavo ed approfondivo, ma IO i libri li consegnavo al bancone o li rimettevo al proprio posto. Adoravo il clima delle biblioteche, il profumo dei libri e il rumore di pagine sfogliate. Proprio per quel motivo mi ero più volte fermata in quel posto fuori dall'orario di chiusura per sfogliare qualche manuale o diario e proprio in quei diari avevo incontrato più volte un nome: Niklaus Mikaelson.
    Il suo nome, seppur leggermente mutato da scritto a scritto, faceva spesso capolinea nei vari diari. Lo chiamavano l'originale, il primo ibrido o il re di New Orleans.
    Avevo cercato nel web informazioni su quel personaggio senza trovare nulla di soddisfacente, tanto da convincermi che quel Klaus fosse frutto della fantasia di coloro che lo avevano citato nei propri racconti. Eppure il suo nome e la sua fama continuava ad ossessionarmi e le mie ricerche continuavano senza che io potessi decidere di darci un taglio finchè non venni a conoscenza della presenza di una piccola ibrida all'interno dell'istituto che, ironia della sorte, era proprio sua figlia. Così mi ritrovai ancora una volta davanti ad un diario, questa volta di una certa Sabine, in cerca di nuove chicche sul fantomatico Nick dato che chiedere direttamente ad Hope Mikaelson sarebbe stato troppo imbarazzante!
    Appoggiai la guancia sul legno del tavolo e chiusi gli occhi, ormai stanca, provando ad immaginare i suoi lineamenti. Una cosa coincideva in tutti quei diari. La sua descrizione fisica. Alto, biondo e dagli occhi verdi ipnotici. Mi lasciai cullare dall'immagine di quel Brad Pitt mistico e, forse, mi addormentai con ancora il diario aperto sulle gambe.
    Tutte dovrebbero avere una terza di reggiseno.
    Sabrina Jane Blackwood [ sheet ]
    strega - studente - 20 marzo - 18 anni
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    Edited by Alice.A - 30/3/2019, 02:18
     
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    Il nulla... era questo quel che si provava stando in quella strana dimensione.
    Nessuna routine, nessuna possibilità di vedere ciò che stava succedendo altrove, nessun privilegio... non aveva neppure avuto l'occasione di stare al fianco di Elijah, suo fratello. Da quando s'erano uccisi a vicenda, così da imprigionare per sempre "il Vuoto" che aveva rovinato la loro famiglia, Klaus non era riuscito ancora a guardarlo negli occhi... chiedergli come stesse, come continuasse la sua "esistenza". Lui invece era sempre e soltanto lì: nel proprio inferno personale, freddo e pieno di bisbigli lontani e sconosciuti.
    Ciò che più gli pesava, comunque, era questo particolar "silenzio stampa": era tremendamente difficile continuare a "vivere" lì dentro, soprattutto per lui, che aveva sempre desiderato e ricercato (seppur con finta indifferenza e ribrezzo) il contatto con gli altri... con chi contava davvero, con chi aveva trasformato - la sua vita - da un inferno ad un sogno ad occhi aperti.
    Hope era quella che più gli mancava. L'aveva odiata, desiderata, amata e protetta come mai aveva fatto con altri ed adesso che l'aveva persa non riusciva a fare a meno di pensarla. Avrebbe dovuto avere diciassette anni adesso, un ragazzo - magari -, che l'ibrido avrebbe ucciso al solo sguardo... degli amici e delle guide pronte ad aiutarla ogni qualvolta si trovasse in pericolo o in estrema preoccupazione. Avrebbe dovuto avere un padre, che le stesse accanto... e sperò tanto che Caroline ed Alaric (nonostante l'odio di quest'ultimo verso i suoi confronti), la stessero guardando e controllando ben da vicino... perché lui non avrebbe più potuto farlo, era andato... morto... perso.
    Ma non era solo della sua mancanza che Klaus soffriva: l'assenza dei suoi fratelli - della sua famiglia - era così forte che probabilmente prima o poi l'avrebbe fatto impazzire. I primi giorni non erano stati "pesantemente eccessivi", ma man mano, man mano che le lancette giravano e che il buio lo inghiottiva, le immagini ed i momenti passati col sangue del suo sangue diventavano sempre più lontani fino quasi a scomparire. Aveva addirittura avuto il terrore che potesse dimenticare ogni cosa. Eppure era mai possibile? Poteva - realmente - dimenticare ciò che aveva sempre amato? Le persone che lo avevano cambiato e che gli avevano dato un motivo per continuare a vivere?

    Klaus sospirò e tirò il capo all'insù. Cacciò fuori un piccolo sospiro e si guardò intorno, cercando di visualizzare per bene il luogo che comprese - soltanto dopo qualche minuto - esser totalmente differente dal solito. Sbuffò leggermente annoiato, certo che il fato - o qualcuno più importante di lui - si fosse svegliato con la noisa voglia di divertirsi.
    Eppure quella casa lui la conosceva: aveva già avuto modo di vederla, c'aveva già messo piede, seppure non la ricordasse per bene... diversamente dalla villa di New Orleans. Inclinò il capo una volta a destra ed un'altra a sinistra per poi alzarsi dal pavimento e fare un piccolo giro di perlustrazione.
    Casa Salvatore? il biondino allargò le labbra in un sorriso appena accennato, appoggiò una mano sul muro provando quasi potente ed estremamente inebriante la possibilità di sentire la superficie sotto le proprie mani. Svoltò l'angolo ed improvvisamente - la sua attenzione - fu attirata dall'unica ragazza che quel posto sembrava contenere.
    China si di un libro all'apparenza molto antico, sembrava dormisse. Fu quel semplice dettaglio che lo portò a pensare di esser stato chiamato in un sogno. Ma chi era quella ragazza così forte da spostare colui che era morto, dalla dimensione oscura a quella dei sogni?
    - Salve... tesoro. sussurrò, le labbra ad un centimetro di distanza dal suo orecchio destro.

    niklaus "klaus" mikaelson [ sheet ]
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    Non ruolo da un pochetto, specie con lui e con Elena >.< Perciò sii clemente XD
     
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    Era da un po' di tempo che non riuscivo a dormire bene. Ogni sera, quando mi sdraiavo sul mio letto e spegnevo la luce, mille pensieri mi balenavano in testa. La maggior parte riguardavano il mio futuro e il quesito più grande che mi assillava sino a farmi venire il mal di testa era "che cosa diavolo avrei fatto a Mystic Falls?" La sensazione più intensa che mi riempiva i polmoni sino a togliermi il respiro era quella di perdere il tempo. Non avevo nessuna prospettiva davanti a me. Thomas aveva preso sul serio il ruolo da assistente/tirocinante all'interno del corpo insegnati, mentre io mi intrattenevo nel frequentare lezioni a volte persino inutili per le capacità che già possedevo.
    Così venivo investita da improvvisi colpi di sonno durante la giornate che provavo a contrastare con i più variegati caffè e thè ma che, con quel silenzio e le luci soffuse, non riuscì a sconfiggere.
    ....
    Sentì qualcosa sibilare al mio orecchio così sollevai di colpo il capo ritrovandomi tutti i capelli davanti al viso. Scostandomeli con entrambe le mani mi ritrovai dinuovo nella polverosa biblioteca della scuola che, però, appariva diversa ai miei occhi. La luce era diversa, come se fosse giorno anziché le 18:30 della sera e inoltre i bordi del mio campo visivo erano più scuri rispetto al resto. Mi voltai verso sinistra e mi accorsi di una figura, in piedi, accanto a me.
    Scattai in piedi e feci per chiudere il diario che, in teoria, avrei dovuto tenere in mano ma che invece era del tutto sparito. All'inizio non riuscì a vedere il viso del personaggio accanto a me, ma solo i suoi capelli biondi e un po' scompigliati.
    Me ne vado subito! Mi sono addormentata! mi giustificai allungando la mano verso la sedia dove, teoricamente, avevo appoggiato la mia giacca ma che, come il diario, non c'era più.
    Feci un giro su me stessa in cerca dei due oggetti perduti, poi mi voltai verso il ragazzo con sguardo omicida. Okay, capisco che le lezioni di erbologia non ti aggradano, ma nascondere le mie cose non credo possa avere un riscontro positivo nella tua giornata lo minaccia scorgendo finalmente i tratti del suo viso.

    Tutte dovrebbero avere una terza di reggiseno.
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    Edited by Alice.A - 30/3/2019, 02:37
     
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    Magra, capelli lunghi e biondi... occhi da cerbiatta talmente espressivi da incantarti e immobilizzarti se osservati a lungo... la ragazza che si trovava al suo fianco era diversa da quelle che aveva incontrato nella vita. Klaus si portò un dito sulle labbra, mentre - inclinando il capo - si permetteva di aspettare circa qualche altro secondo per riprendere a parlare e continuare la sua ricerca.
    Fu grazie allo "studio" appena accennato che comprese che il suo arrivo non doveva esser stato né premeditato, né tanto meno voluto dalla donna: non solo era china sul diario, intenta a leggere prima di addormentarsi, ma l'espressione che in quel momento le riempiva il viso era pacata, quasi - azzardò - calma. Non c'era un filo di preoccupazione, di eccitamento, sorpresa o di aspettativa... qualcosa che lo portasse a pensare che stesse attendendo proprio la sua figura.
    Non doveva esser conscia di quel che stava succedendo e questo, se da una parte lo colpì sempre di più, dall'altra lo costrinse quasi a credere che fosse dinanzi ad una persona che sarebbe stata difficile manovrare senza prima insegnarle le basi della magia di resurrezione - accorpata alla magia nera.... lui, che di magia non sapeva proprio nulla. Strinse le mani in due pugni... di una cosa almeno poteva esser soddisfatto: finalmente aveva una strega dalla sua parte, perché sì, volente o nolente lei lo sarebbe stata.
    Me ne vado subito! Mi sono addormentata! Klaus osservò il suo parlare con indifferenza, interessato soltanto all'idea di poter tornare in vita. Ignorò tutte le frasi della donna e si avvicinò a quest'ultima afferrandole il braccio e tirandola più a sé, l'espressione minacciosa sempre più in vista. - Veniamo subito al punto, strega, non so perché io mi trovi qui ma mai nessuno è riuscito a trasportare un morto dall'"altra parte". Devi riportarmi in vita. tagliò corto e l'osservò sorridendo sghembo. - E alla svelta: non vorrei far del male a questo faccino così grazioso ed invitante. sussurrò accarezzandole una guancia con le dita.
    Sì, era stato irrispettoso, maleducato anche... ma se c'era una possibilità che riuscisse a farlo tornare in vita non c'era tempo da perdere.

    niklaus "klaus" mikaelson [ sheet ]
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    Edited by mikaelson» - 2/4/2019, 07:40
     
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    Il ragazzo mi prese per un braccio e mi tirò a se con fare prepotente, fissandomi in viso con un'intensità che mi fece venire i brividi. Mi minacciò apertamente, ordinandomi di riportarlo in vita prima che potesse farmi del male. Come avevo fatto a non capire chi lui fosse. Eppure i diari lo avevano descritto come un arrogante, belloccio, biondo con gli occhi azzurri e la pelle chiara. Avevano descritto le sue fattezze al minimo dettaglio, tanto da immaginarmi più volte le sue reali sembianze. Quello non poteva essere che Kalus, ma non riuscivo a capire perché mi fosse apparso in sogno.
    Ero ossessionata da lui e la sua famiglia? Dovevo iniziare a preoccuparmi? L'ultima volta mi era successo con un cantante famoso, tanto da sognare di essere sposata con quest'ultimo. Scoppiai a ridergli in faccia così forte da dovermi poggiare una mano sulla pancia.
    No scusa...ho appena realizzato il fatto che non sei reale ma frutto dei miei sogni e questa è una cosa davvero imbarazzante.confessai per poi poggiare la mano su quella del ragazzo per liberarmi dalla sua presa e appoggiarmi al tavolo per scrutarlo attentamente. Lo osservai dall'alto al basso con fare critico. Sull'aspetto fisico ci siamo. Ti immaginavo leggermente più piazzato con le spalle più larghe ma probabilmente non avevi una buona cuoca a cucinarti da mangiare. Per quanto riguarda il tuo temperamento...beh....che eri un grande stronzo si intuisce da tutti i diari di Stefan Salvatore spiegai indicando il punto dove, di punto in bianco, riapparse il fantomatico libro.Tu pensi che mi ricorderò di te una volta sveglia?chiesi in modo frivolo.
    Tutte dovrebbero avere una terza di reggiseno.
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    Edited by Alice.A - 30/3/2019, 02:36
     
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    Se c'era una cosa che lui odiava era non esser preso sul serio, e le azioni di quella ragazza sembravano tutt'altro che serie e pronte a dargli ascolto. Se ne stava lì... a guardarlo con una mano sul ventre e le labbra che si curvavano sempre più dando vita a risate che non accennavano a finire. Lo stava prendendo per il culo? - Stai scherzando? disse avvicinandosi di più a lei, lo sguardo stupito dall'assurdità della cosa e la mano libera che si stringeva in un pugno. Stava iniziando ad innervosirsi... e non era un bene.
    No scusa...ho appena realizzato il fatto che non sei reale ma frutto dei miei sogni e questa è una cosa davvero imbarazzante. Ascoltò distrattamente le sue parole con la voglia di zittirla non appena la ragazzina ebbe la possibilità di aprir bocca.
    Il destino doveva proprio odiarlo, di questo ormai ne era convinto: era possibile che l'unica strega capace di - probabilmente - teletrasportarlo da un mondo all'altro, fosse così stupida ed infantile? Si morse il labbro inferiore e cercò di controllarsi, riuscendoci fino a quando non percepì la mano liscia della ragazza appoggiarsi con naturalezza sulla propria - in quel momento occupata a stringerle il braccio. Immediatamente Klaus poté avvertire una strana forma di superiorità nei suoi confronti, che quasi lo fece ridere di pieno nervosismo.
    Credeva davvero di poter essere così forte da tener testa a un'ibrido? Certo, era morto e sembrava si trovasse nel suo sogno, ma non era affatto detto che - nonostante la dimensione in cui si trovassero vietasse l'uccisione - lui non sarebbe riuscito a spaventarla. Oh sì, le avrebbe fatto pagare tutto quel tempo perso. Tutto quel tempo che - se speso bene - avrebbe potuto portarlo da sua figlia.

    Rabbia, repulsione, disgusto... non facevano che imbattersi in lui, che continuava ad ascoltare i vaneggiamenti di quell'idiota e combatteva l'istinto di prenderla e sbatterla al muro, facendole vedere esattamente come il suo sogno si sarebbe trasformato ben presto in un'incubo.
    Poi incominciò a parlargli della sua fisicità e lì non riuscì più a resistere: Klaus l'afferrò dal collo e con tutta la rabbia che aveva in corpo la buttò a terra, nero dalla rabbia. - Stammi a sentire, ragazzina... incominciò, le mani che ripresero a prudergli ed il respiro che s'affievoliva sempre di più. - Non sono frutto di un tuo gioco perverso. Non so come diavolo tu abbia fatto, ma mi hai trascinato qui. continuò avvicinandosi ed abbassandosi leggermente verso di lei, così da trovarsi col viso sul suo stesso livello, mantenendo - comunque - la guardia ben all'erta. - Soltanto poche streghe possono farlo e questo significa solo una cosa: contrariamente da quel che sembra devi esser abbastanza forte da riuscire a spostare qualcuno da un mondo all'altro. respirò a fondo e chiuse gli occhi per circa qualche secondo, permettendosi di riaprili e continuare a parlare l'attimo dopo. - Devi farmi tornare in vita... o giuro che berrò il tuo sangue fino a quasi prosciugarti, così da lasciarti soltanto qualche minuto per esalare il tuo ultimo respiro dall'altra parte. terminò strafottente, il viso che s'inclinava e che la guardava con serietà. - Se decidi di aiutarmi ti darò il pieno accesso alle memorie di mia madre: tutti i suoi libri non ancora scoperti, tutti i suoi incantesimi... saranno tuoi. aggiunse la carta in gioco ed aspettò la sua risposta.

    niklaus "klaus" mikaelson [ sheet ]
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    Avevo mangiato qualcosa di davvero pesante se questi erano i miei sogni. Un ibrido ultracentenario e incazzato come se non ci fosse un domani. Ottimo. Mi ripormisi che, una volta sveglia, avrei mangiato insalata e guardato soltanto cartoni animati prima di andare a dormire. Al massimo avrei sognato di essere aggredita da Orso e Masha...
    Non so come, d'improvviso, mi ritrovai a terra ,dopo che il ragazzo dall'equilibrio psichico precario mi aveva gettata a terra per qualcosa nelle mie parole che, probabilmente, lo aveva irritato. Ecco da chi aveva preso la piccola Hopze! Mi tirai su leggermente, appoggiandomi sui gomiti per osservarlo meglio mentre continuava a minacciarmi.
    Rimasi ad ascoltarlo per capire di che diavolo stesse parlando. Sembrava essere consapevole di trovarsi in un sogno e continuava a ripetere che io avrei dovuto tirarlo fuori da qualsiasi posto in cui si era cacciato. Tutto ciò era, però, costernato da minacce e insulti variegati. Odiavo essere trattata in quel modo! Sottovalutata e derisa. Proprio quando si rannicchio verso di me, con l'intento di incutere più timore, stesi il braccio davanti a me e con una bolla d'aria lo spinsi contro la parete opposta. Dei rami sbucarono fuori dalle pareti ed intrappolarono i suoi polsi e le sue caviglie.
    Svelta mi alzai da terra e fra le mani mi ritrovai un paletto di quercia bianca, arma che da quanto scritto nei diari di Stefan Salvatore era l'unica cosa che poteva ucciderlo.
    Forse non ti è chiaro un piccolo dettaglio iniziai mentre mi spostavo piano verso di lui rigirandomi il paletto fra le mani. sei morto dissi con una semplice alzata di spalle.
    A casa mia, quando si vuole chiedere un favore, si inizia con un "per favore" e non con un "berrò tutto il tuo sangue" oppure "ti stacco tutti gli arti". lo corressi mentre mi avvicinavo ancora a lui e, una volta di fronte al vampiro, facevo scorrere la punta affilata del paletto proprio sul suo petto coperto da una maglia verde.
    Sei morto, Mikaelson! L'unica cosa che puoi fare è intrufolarti nei sogni delle persone e minacciarle a morte. Ma puoi veramente fare quello che prometti? Puoi realmente uccidermi nel sonno? Io non credo. Forse incutevi paura quando eri in grado di comunicare autonomamente con gli esseri umani, ma adesso...sei completamente innocuo.
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    Edited by Alice.A - 30/3/2019, 02:35
     
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    Klaus non era mai stato un uomo semplice: il suo carattere lasciava molto a desiderare, così come l'educazione ed il rispetto che riservava al prossimo. Se non eri qualcuno di importante (per lui... come soprattutto per le sue cause) potevi dimenticarti qualsiasi comportamento vicino alla gentilezza o dolcezza... non era da lui, non era della sua natura. Aveva sempre riscontrato "problemi" per questo motivo... non che all'ibrido importasse: era solito fregarsene degli altri, comportarsi come più preferiva e voleva. Cercava la libertà in ogni piccola parte del mondo, una scappatoia che poteva seguire per evitare di sentirsi coinvolto o incatenato a qualcuno.
    Raramente si lasciava andare a gesti dettati dal suo buon cuore, l'aveva fatto soltanto con Hope - sua figlia -, e talvolta con Caroline, Camille ed Hayley, che s'erano guadagnate una piccola briciola di rispetto semplicemente per via dell'andamento del percorso che il ragazzo stava intraprendendo.
    Quella streghetta aveva ragione ad innervosirsi: non solo l'aveva attaccata e sottovalutata mettendola sullo stesso livello di una stupida ragazzina di poca importanza, ma aveva osato addirittura a rivoltarsi contro di lei, costringendola a perdere il controllo ed ad utilizzare la sua magia.

    Eppure Klaus non era come suo fratello Elijah, abituato a riflettere e a non lasciarsi andare all'impulsività e all'istinto, Klaus era semplicemente Klaus: un uomo instabile che in quel momento sembrava aver trovato un modo per poter riabbracciare la figlia, ostacolato da una parte importante di esso che stava prendendosi gioco di lui, del suo desiderio e della sua speranza.
    Se soltanto avesse potuto tornare indietro nel tempo, non avrebbe cambiato nulla: non si sentiva in difetto, non si sentiva in torto... quella stupida aveva ricevuto ciò che meritava.
    Spostò uno sguardo sui rami sottili atti a costringerlo al muro e sbuffò, ridacchiando tra sé e sé. - Sei patetica. commentò guardandola, per poi divincolarsi e romperli in un'unica mossa.
    La reputò ancor più ottusa nel momento esatto in cui gli si presentò davanti col paletto di quercia bianca, l'unica arma che anni fa aveva avuto l'onore di ucciderlo e che dopo quel momento non avrebbe fatto altro che donargli un piccolo sollievo inutile. Le rise praticamente in faccia, mentre - appoggiando una mano sulla sua spalla - si fece in avanti, permettendo che il paletto penetrasse nella sua carne. - Forse non ti è chiaro un piccolo dettaglio... iniziò ripetendo le sue parole - Sono già morto: quell'arma non può farmi più niente... esattamente come la tua figura e la tua magia... sussurrò al suo orecchio, per poi prenderle la mano che impugnava il pugnale e tirarla indietro con forza, estraendo il pugnale dal suo torace. - E sì, hai ragione... non potrò di certo ucciderti, ma sicuramente riuscirei a renderti la via un inferno. inclinò il capo di lato e sorrise. - Perciò fà un favore a te stessa... e collabora con me. terminò infine.

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    Bizzarra la psiche umana. Passi anni, mesi, giorni ad idealizzare una persona, adornandola di pregi e qualità del tutto personali ed individuali, riponendo in essa una stima e una venerazione immotivata per poi impiegare soltanto pochi secondi per far si che tutto ciò che avevi costruito secondo un processo mentale inconscio e del tutto al di fuori del tuo controllo venga meno.
    Quel Klaus non era un santo e ciò lo si poteva intuire dalle numerose pagine che vari diari gli avevano dedicato, ma era pur sempre un vampiro potente e degno di rispetto. Quello che mi trovavo davanti, invece, era soltanto un arrogante uomo attempato e disperato, così avvilito da dover sfogare la sua frustrazione con una strega che aveva nemmeno un decimo della sua età.
    Neutralizzò la mia minaccia, mostrandomi quanto il paletto di quercia bianca fosse inoffensivo e quanto deboli fossero i rami che avevano bloccato i suoi polsi.
    Non ero turbata da ciò...sapevo che era la vicinanza di mio fratello e la sua attiva collaborazione a farmi acquistare più forza e, in fin dei conti, era sempre un cazzuto vampiro originale quello che avevo davanti. Inoltre quel tipo era morto...pur volendo non avrebbe potuto farmi del male.
    Oh si... a me è chiarissimo questo dettaglio. risposi con un sorrisetto beffardo mentre facevo un passo indietro in modo da mettere un po' di distanza fra me e lui. Forse sei tu quello che non si è reso conto che, ammesso e concesso che voglia farlo, io sia l'unica possibilità che hai per tornare in vita.. intimai facendo spallucce. Devo dire che le premesse non sono affatto buone e che non sarà un libro di incantesimi a lusingarmi. lo provocai incrociando le braccia.
    Quindi io credo sia il caso di ricominciare da capo e utilizzare dei atteggiamenti meno ostili, indicandomi come io possa essere utile alla causa e cosa potrei trarne nel darti una mano.
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