Break up with your boyfriend, i'm bored

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    Rifiutato più di una volta in nemmeno una settimana. Kathrine Pierce, la donna che avevo amato per una vita intera mi aveva sbattuto in faccia la dura verità. Per lei ci sarebbe stato SOLO e UNICAMENTE Stefan. Ero stufo di Stefan. Il suo ciuffo da super eroe non era poi così perfetto se lo si vedeva di prima mattina appena alzato dal letto.
    Tutti continuavano a preferire lui per i modi gentili e per la sua saggezza! Nessuno però ricordava quanto lui fosse colpevole della mia auto-distruzione. Anche se attualmente amavo i privilegi di essere un vampiro, non era sempre stato così. Accettare la mia nuova natura non era stato facile dal momento in cui non ero stato io a scegliere di diventare un non-morto. Eppure eccolo! Idolatrato da tutti. Persino da Elena, alla quale avevo confessato il mio amore per poi soggiogarla e costringerla a dimenticare tutto perché sapevo, in fondo, di non meritarla e di non poterla rendere felice.
    Trascinai i piedi sul vialetto in pietra, tendendo una mano in avanti per darmi un po' di equilibrio e per non sbattere contro un albero.Fu un vero sollievo sentire sotto le nocche della mano destra la dolce ruvidezza del legno del grosso e massiccio portone. Mi costò una certa fatica riuscire a infilare la chiave dentro la toppa e aprire la porta e la stessa cosa accadde quando dovetti chiuderla alle mie spalle. Noi vampiri non ci ubriacavamo così facilmente. Quanto diavolo avevo bevuto!
    Appoggiai le chiavi sul mobile accanto alla porta e mi trascinai in avanti per poi scendere i due scalini che separavano il corridoio di ingresso e il salotto, infine mi buttai a faccia in giù sul divano!
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    Le aveva lasciato una chiave - che poi avrebbe conservato con cura - dentro la piccola aiuola posta vicino alla porta del Maniero di famiglia. S'erano concordati, dandosi appuntamento all'interno di Casa Salvatore, così da trascorrere una serata all'insegna dell'amore e tranquillità assoluta.
    Elena non vedeva l'ora di stringerlo a sé, guardare il suo sorriso allargarsi sempre di più e parlare, parlare fino alla mattina successiva... poco importava se il giorno dopo avrebbe dovuto alzarsi prima per la sua continua routine scolastica, né tanto meno aveva prestato attenzione a ciò che poteva pensare Damon: dopotutto dopo quel che era successo con Jeremey e Caroline non sembrava affatto si fossero lasciati in ottimi rapporti. Anzi.
    Stefan, comunque, era tutto ciò di cui aveva bisogno.
    Le aveva cambiato la vita. Da quando i suoi - o meglio, coloro che Elena aveva sempre giudicato fossero i suoi veri genitori pur non essendolo in modo biologico - erano morti, l'umana viveva la propria vita senza aspettarsi nulla, con un'agonia e dolore interiore che la stavano uccidendo... poi però Stefan era entrato nella sua vita, scombinandola senza neanche sforzarsi ... o volerlo. L'aveva guardata, le aveva parlato, sorriso ed improvvisamente tutto era andato a farsi fottere: partendo dal suo cervello, cuore ed auto-controllo... soprattutto quest'ultimo.
    Non sapeva come, ne tanto meno il perché: tutto il suo malumore era andato via.

    Era stato amore a prima vista, e senza neanche volerlo per davvero. Semplicemente era successo... in un modo sì improvviso, ma puro... trasparente.
    Elena sorrise, scuotendo leggermente il capo.... erano quelli i momenti in cui ricordava d'esser solo una stupida adolescente. Era felice, sorrideva come un'adorabile ragazzina alla sua prima cotta... non che quello fosse il caso di Stefan... anzi, no, probabilmente con Stefan il trasporto era molto, molto più forte del solito.

    Riaprì gli occhi e lentamente spostò lo sguardo sul piccolo orologio posto sul polso. Era in ritardo. Strano. L'umana si guardò intorno e sospirò, mordendosi il labbro inferiore. Si alzò dal divano che aveva precedentemente occupato ed incominciò a camminare osservando quadri ed oggetti ospitati dalla Pensione Salvatore.
    Sorrise, infine, non appena sentì la porta di casa aprirsi e chiudersi subito dopo. - Sei arrivato, finalmente! affermò tornando in salotto, scuotendo il capo e restando visibilmente sorpresa - ed un tantino annoiata - nel vedere il maggiore dei Salvatore occupare pigramente la postazione appena lasciata. - Damon! lo salutò freddamente. Che cosa sciocca, è ovvio che si sarebbe presentato! Quella era anche casa sua, dopotutto. - Aspettavo tuo fratello. chiarì del perché della sua presenza ed accennò un sorriso tirato, per niente conscia del fatto che il vampiro avesse bevuto così tanto da essersi ubriacato.

    elena gilbert [ sheet ]
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    Come scritto nell'altra role sono un po' arrugginita, ma nun te preoccupà XD Poi miglioro v.v
    Non ho controllato perché devo scappare, non volevo farti aspettare ancora <3


    Edited by mikaelson» - 6/3/2019, 11:08
     
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    Sapevo, sentivo, percepivo la presenza di qualcuno in casa. I miei sensi non erano acuti come al solito e la mia guardia era inaspettatamente bassa. Ma in fin dei conti chi avrebbe voluto farmi del male? Non ero necessario o indispensabile e sopratutto non ero degno di impersonificare un pericolo per nessuno se non per me stesso. Avevo un'irrefrenabile voglia di staccare teste o di bere sangue sino ad esserne brillo. A quel pensiero i miei canini iniziarono e prudere e il ronzio di un battito cardiaco mi fece quasi saltare su dal divano.
    Prima di perdere la testa , però, una piccola parte del mio cervello mi ricordò il fatto che, in quella casa, abitasse anche "Mr. Tutti amano me" e che, di tanto in tanto, la sua fidanzatina Elena veniva a fargli visita.
    Le disgrazie non finiscono mai biascicai quando sentì le sue domande impertinenti appena sopra la mia testa. Rotolai fino a cadere di schiena sul pavimento e , una volta supino, allungai una mano verso il tavolinetto per recuperare il bicchiere in vetro. Constati il fatto che fosse vuoto quindi additai Elena e poi indicai la bottiglia di Wishky sopra il camino.
    Mentre aspetti mio fratello le feci il verso cercando di imitare la sua voce potresti prendere quella mia bottiglia in modo tale che io sia ancora più sbronzo di adesso quando arriverà a casa? Non ho alcuna voglia di sentire i vostri discorsi su quanto grande e armonioso sia il vostro amore mi lamentai sollevandomi sui gomiti per poterla guardare in faccia. Perchè è qui che dormirai, giusto? chiesi in modo impertinente mentre mi aprivo in un sorriso malizioso. Dimmi la verità, Elena. Dopo il bacio sul tuo porticato non riesci più a starmi lontana!
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    Continuava a metterle il broncio: nonostante fosse conscio del perché Elena avesse assunto quel comportamento, Damon era ancora lì... a guardarla con un'ingiustificata delusione negli occhi. Come se fosse colpa sua... come se fosse stata lei a chiedergli di mordere ed uccidere momentaneamente suo fratello.
    Dannazione non sapeva cos'avrebbe fatto se soltanto Jeremy non si fosse risvegliato. Sarebbe impazzita, questo è certo!
    Aveva perso fin troppe persone nella propria vita e se c'era qualcosa che ora rifiutava era soffrire un'altra volta, cadere nell'oblio ed oscurità per un ragazzo che nonostante gli anni e tutta l'esperienza avuta non riusciva a controllarsi... a mettere un freno a quel suo carattere spigoloso ed a tratti irritante.
    Spesso si chiedeva cosa sarebbe successo se all'inaspettata confessione, Elena avrebbe assecondato il suo volere... probabilmente il piccolo dei Gilbert non avrebbe rischiato nulla, così come il loro rapporto, che s'era freddato nel momento esatto in cui il vampiro l'aveva baciata... perché era assai inutile pensare al contrario: se il maggiore dei Salvatore avesse lasciato Casa Gilbert senza dar di matto, ciò che aveva fatto e detto aveva comunque trasformato il suo modo di guardarlo, di pensare a lui e di trattarlo. Era inevitabile: tra i due ci sarebbe stato imbarazzo, soggezione quasi, ancor di più se vicini a Stefan.
    Eppure non pensava potesse esserci un'altra risposta, soprattutto se contraria a quella originaria: voleva bene a Damon... certo, era un ragazzo particolare, molto sulle righe ed a tratti anche arrogante ma possedeva anche dei pregi che lo rendevano quasi insostituibile, ed Elena teneva a lui, davvero, solo... solo non come lui s'aspettava. Non come lui voleva o desiderava.

    Le disgrazie non finiscono mai l'umana inarcò un sopracciglio e sospirò, leggermente stizzita dal commento appena rivoltole. Continuava a credere fosse nel giusto, probabilmente sostenuto dall'inutile pensiero che gli era balenato in testa riguardo al viaggio portato avanti con Alaric, quando Elena s'era trovata costretta ad usare piccoli mezzi per sapere quante più cose possibili da lui su Katherine.
    "Mi hai usato." lo sentiva ancora forte e chiaro, e lo odiava... perché poteva esser vero ma lui non le aveva dato altra scelta. - Non potrei esser più d'accordo. commentò acidamente, osservandolo comunque con finto disinteresse, ben attenta ad ogni suo movimento. Fu proprio grazie al fatto che lo stesse guardando, che l'umana constatò la pessima condizione in cui sembrava trovarsi: perso ed anche ubriaco... che accoppiata fenomenale, per di più se comparata con una persona come Damon. Wow.
    - Non pensi sia arrivata l'ora di crescere un po' e metter l'alcool da parte? domandò retoricamente, sentendo già l'espressione contrariata del vampiro. Ignorò la sua richiesta e prese posto nel divano frontale a quello che lui aveva occupato prima di cadere. Che se la prendesse da solo, la bottiglia; non le era ancora sceso giù quel che era successo.
    Dimmi la verità, Elena. Dopo il bacio sul tuo porticato non riesci più a starmi lontana! la ragazza alzò gli occhi al cielo e sospirò... effettivamente perché diavolo s'era seduta lì? Perché non s'era rifugiata nella camera del suo ragazzo? - Penso tu abbia bisogno di una baby-sitter, non vorrei che te ne andassi a staccare colli a random soltanto perché non sai accettare la realtà. commentò successivamente.

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    Scusala... scuusala >.<''' AHAHAHAH <3
     
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    Stefan era il ragazzo buono, Damon quello cattivo. Questa era la convinzione che quasi la totalità della mia cerchia, molto ristretta effettivamente, si era fatta di me. In realtà ero stato io ad agire in modo da essere considerato un mostro. Avevo usato Caroline per i miei scopi e avevo più volte tentato di ucciderla poichè una psyco blondie non era facile da gestire. Il mio attacco a Jeremy Gilbert aveva infine fatto si che il mio rapporto con Elena andasse a rotoli, meritandomi il suo ostinato odio. Non potevo darle tutti i torti. Tendevo a perdere la testa in alcune situazioni, specialmente quando venivo ferito e rifiutato. La mia vita era stata costellata di rifiuti. Mia madre si era sempre schierata dalla parte di mio fratello e mai opposta ai maltrattamenti di mio padre che si divertiva a sfogare su di me tutte le sue frustrazioni. Kathrine...lei mi aveva rifiutato più di una volta. Aveva sempre amato Stefan e io avevo rappresentato soltanto un mero divertimento. Sciocco io ad essermi illuso. Anche Elena sembrava essere della stessa idea della sua gemella cattiva dalla quale non si discostava poi così tanto. Anche lei mi aveva usato la sera prima per estrapolare più informazioni possibili sulla sua antenata ed infine mi aveva sbattuto la porta in faccia. Se io ero uno stronzo lei non era poi così angelica come credeva.
    Non pensi sia arrivata l'ora di farti gli affari tuoi le risposi stizzito alzandomi in piedi mentre lei si sedeva sul divano di fronte a me. Non sono Stefan che manipoli a tuo piacimento. continuai andando a prendere da solo la bottiglia che le avevo chiesto. Mi avvicinai al tavolino e presi il bicchiere per poi versare platealmente il liquore all'interno del bicchiere come a dimostrarle che me ne infischiavo dei suoi giudizi.
    Alla sua ennesima accusa alzai gli occhi al cielo e bevvi un bel sorso come a stordirmi ancora un po. In fondo aveva ragione ma non avevo intenzione di gettare la spugna.
    Beh si...probabilmente dovrei prendere esempio da una ragazzina che gioca a fare la perbenista e poi usa le persone per i suoi egoisti scopi e per il proprio tornaconto. risposi sollevando le spalle. Se pensarla in questo modo di far sentire bene con te stessa...beh...Elena....non sono nessuno per distruggere le tue illusioni.
    In un attimo le fui di fronte e mi chinai su di lei in modo tale da poterla guardare dritto negli occhi. Infondo non sei cosi diversa da Kathrine. Anche lei mi ha usato per raggiungere il suo scopo. la provocai raddrizzandomi e facendo un giro su me stesso. A proposito, dove è finito il tuo amorevole fidanzatino?!
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    Non pensi sia arrivata l'ora di farti gli affari tuoi? Elena lo guardò, inarcò un sopracciglio e scosse energeticamente il capo. Ma sì, chi diavolo glielo faceva fare? Perché doveva continuare a preoccuparsi di un ragazzino? Di uno stupido che viveva nel passato e che continuava a lamentarsi e a leccarsi le ferite? Perché non poteva voltare il capo verso qualcuno che meritava le sue attenzioni? Qualcuno che non cadeva nei soliti errori e che non stuzzicava le proprie lesioni, rendendole sempre più vive? Che guardasse al presente e che si facesse un po' d'esame di coscienza?

    ...qualcuno che non si comportasse da vittima?!
    Aveva incominciato a chiederselo sin dalla mattina successiva alla catastrofe: insieme a Jeremy c'era anche lui nella sua mente, il vampiro che contrariamente da quel che doveva essere sembrava non voler andare via dai suoi pensieri. La delusione doveva esser stata così grande, che era quasi logica che la sua figura si fosse trasformata in un promemoria continuo, soprattutto tenendo in mente il rapporto che entrambi avevano iniziato ad instaurare: Elena aveva incominciato a fidarsi di lui, gli voleva bene e Damon cosa faceva? La ripagava in quel modo? Uccidendo suo fratello? Tra l'altro non s'era neanche premunito nell'accertarsi che il ragazzo avesse ancora l'anello della resurrezione al dito... aveva agito, semplicemente... come se lei non esistesse, come se il suo parere o il suo successivo dolore non contasse niente. Per questo lo odiava, per questo - in quel momento - non poteva far altro che rimanere ferma alle sue convinzioni.
    Non sono Stefan che manipoli a tuo piacimento. fu davvero difficile ignorare le sue parole, sopratutto visto quel che stava succedendo. - Strano.. eppure sembra che tu sia sempre stato molto a tuo agio con quelle passate. rispose quindi con una piccola punta di nervosismo e delusione nella voce. - Ma hai ragione, perché preoccuparsi di un cretino del genere? ripeté spostando il capo verso il fuoco acceso, perdendosi con lo sguardo tra le fiamme.
    Nonostante il suo viso fosse rivolto altrove, Elena sentì perfettamente le parole del ragazzo e furono proprio queste ad entrarle dentro e a pugnalarle il petto. Per un breve istante si sentì stupida... continuare a ribadire le sue convinzioni non sarebbe servito a niente, lui l'avrebbe sempre descritta come un mostro... qualcosa che non era, qualcosa che odiava.
    Perse un battito non appena la paragonò a Katherine, il suo volto s'incupì e la rabbia tornò a prendere il posto della delusione. - Ma sì, mettici pure a paragone, Damon! alzò leggermente il volume della voce, poco le importava se - con tutto quell'alcool che aveva ingerito - avrebbe rischiato di fargli venire un'emicrania. - Non mi pare, comunque, di aver mai recitato con te, di averti illuso o fatto credere qualcosa che non era vero. Né tanto meno d'essermi nascosta dietro di te o d'aver messo la tua testa su di un piatto d'argento. iniziò, alzandosi e camminando verso di lui. - Ti voglio bene, lo sai e sono incazzata con te perché pensavo che anche tu me ne volessi... ma non solo hai quasi ucciso mio fratello, no... hai scelto persino di omettere informazioni che avrebbero potuto aiutarci a liberarci da una vampira che ci vuole morti. Oh pardon: che mi vuole morta! si corresse, scuotendo leggermente il capo. - Ma prego... Damon Salvatore è offeso, Damon Salvatore non sbaglia mai, Damon Salvatore può tutto! aveva perso così tanto le staffe, che non sentì nemmeno la sua ennesima domanda provocatrice.

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    Forse il bel vampiro dai capelli oro non aveva spiegato alla piccola ragazzina che cosa volesse dire essere una creatura soprannaturale come noi. Tutto era amplificato. La tristezza diventava disperazione, l'attrazione diveniva passione e l'interesse quasi una vera e propria ossessione.
    Avevo perso le staffe. AVEVA RAGIONE. Avevo ucciso suo fratello senza accertarmi del fatto che indossasse al dito l'anello della resurrezione. AVEVA RAGIONE. Avevo esagerato. AVEVA RAGIONE.
    Eppure mi sembrava così sciocco da parte sua non capire che cosa stavo passando in quei giorni. Stefan aveva tutto quello che io avevo sempre bramato: la giovane Petrova, una relazione stabile e l'affetto e la stima di tutti i suoi conoscenti.
    Ostentavo sicurezza e menefreghismo ma in realtà desideravo maledettamente essere accettato e voluto bene. Non avevo mai ricevuto nulla di ciò nemmeno da mia madre. Come fa una persona a seguire un buon esempio se quest'ultimo è venuto a mancare sin dalla sua adolescenza? Eppure Elena si professava sensibile e comprensiva...possibile non riuscisse a guardare un po' più in la del suo naso?
    Parli a vanvera. le risposi con un gesto della mano mentre la sentivo avvicinarsi. Bevvi ancora un bel sorso prima di lanciare il bicchiere di vetro all'interno del camino. Mi voltai verso di Elena in modo da averla proprio di fronte.
    Lo sai dove ho passato la notte scorsa, subito dopo che mi ha confessato il mio essere soltanto uno strumento per il tuo sapere? le chiesi incrociando le braccia al petto. Sotto la tua finestra! quasi le urlai addosso. Stefan aveva perso Kathrine, cosa che gli riesce piuttosto facile data la sua forza fisica pari a zero, quindi mentre lui cercava lei...io facevo il cane da guardia a te. Ma giusto, Elena! Sono sempre io il cattivo ed egoista. le ringhiai addosso mentre mi voltavo. Ero arrabbiato, davvero furioso per qualcosa che non doveva scatenare in me così tanta ira. Calciai la piccola poltrona che quasi volò dall'altra parte della stanza.
    Sei così cieca Elena...cosi cieca! sbottai scuotendo la testa. Non ho omesso nessuna informazione, cercavo di "comprarmi" il tuo perdono...razza di sciocca!
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    Parli a vanvera. Elena inarcò un sopracciglio. Stava scherzando, vero? Non era davvero così stupido da continuare a reggere imperterrito la propria convinzione: aveva compreso quanto stesse sbagliando... capito quanto fosse in torto, quanto male le aveva fatto e quanto - il suo comportamento - "cozzasse" con "l'amore" che lui continuava a sostenere di sentire nei suoi confronti. Aveva compreso ogni cosa e quel suo commento non voleva esser nient'altro che un modo scadente di mettere un punto alla questione.. perché era troppo codardo e pieno di sé per ammettere di aver sbagliato.
    Elena avrebbe potuto anche accettarlo, stava quasi per farlo infatti, poi però - sorvolando sul bicchiere di vetro che andò dritto dritto all'interno del camino, provocandole un piccolo gemito carico di spavento - Damon aveva continuato a parlare, facendole capire quanto la ritenesse idiota, ingenua ed egoista.
    Lo sai dove ho passato la notte scorsa, subito dopo che mi hai confessato il mio essere stato soltanto uno strumento per il tuo sapere? Sotto la tua finestra! Stefan aveva perso Kathrine (...) quindi mentre lui cercava lei... io facevo il cane da guardia a te. Ma giusto, Elena! Sono sempre io il cattivo ed egoista. Elena fece per parlare ma l'improvviso e violento spostamento della poltrona tra di loro la drizzò ed intimorì all'istante, tanto da farle portare una mano al petto, terrorizzata.
    Respirò a fondo, chiudendo gli occhi per circa qualche secondo, mentre - stordita - continuava a pensare alle frasi del ragazzo. - Non mettermi in bocca parole che non ho mai detto, Damon. Non ti ho mai chiamato "cattivo"... o "egoista". Cosa vuoi che faccia, eh? Che me ne stia buona ad accettare questo tuo carattere impulsivo? Che ti stenda un tappeto rosso per quello che hai fatto? Che non mi arrabbi? domandò la ragazza, scuotendo violentemente il capo. - Beh non ce la faccio! Diversamente da quel che pensi non ho il potere di governare i miei sentimenti. Non ci riesco, non riesco a non esser delusa da te, come non riesco a non volerti bene... o ad amarti. sussurrò infine. - E tu non hai nessun diritto di saltare per questo! Cos'avresti fatto se soltanto Jeremy non avesse indossato l'anello eh? Cosa? chiese osservandolo, cercando di fargli capire il suo punto di vista. - Non ti bastava sapere che mi fidavo di te? Che ti volevo bene? domandò, la figura che s'avvicinava a quella del vampiro, cauta... spaventata dall'idea di farlo impazzire un'altra volta. - Non hai bisogno di "comprarti" nulla! Avrei accettato qualsiasi tua forma di scusa, basta che sia stata sincera: "sono stato stupido, ho perso la testa, scusami." Ti costava tanto dirlo? Eh? Ti costa tanto mettere da parte il tuo orgoglio almeno per un attimo? continuò scuotendo il capo.

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