Thank you, Stefan Salvatore

Quel suo comportamento da prima donna incominciava a stancarla: non c'era un giorno che Lizzie mettesse da parte sé stessa, pronta a dar spazio ad una terza persona o qualcuno che - secondo il suo modesto parere - doveva esser talmente sfigato da non ottenere altro che briciole.
Certo, non era questo il caso di Josie, la strega si sentiva bene lì a scuola: aveva degli amici su cui contare, delle persone che le volevano bene; in un secondo quel luogo così sconosciuto era diventata la sua casa, ma era difficile continuare ad andare avanti con i continui cambiamenti d'umore della gemella. Aveva sempre fatto finta di niente, coperta e giustificata persino; ma quella volta, quella volta lo sapeva quanto lei ci tenesse, quanto desiderasse che il memorial funzionasse e portasse a Stefan quanta più gioia e serenità potesse riuscire.
Era un bravo ragazzo, un'ottima persona che non aveva battuto ciglio nel momento in cui aveva deciso di sacrificarsi al posto loro, mettendosi al servizio del signore dell'oltretomba. S'era sempre sentita in debito nei suoi confronti, per quel che aveva fatto, per la felicità che aveva portato nella vita di sua madre e per la donna che - indirettamente - era diventata anche lei.
Si rivedeva molto in quel ragazzo, Caroline ed Alaric stessi gliel'avevano spesso ribadito e Josette, per tutti Josie, ne era sempre andata fiera.
Aspettava quel momento da tanto ed adesso che s'era ormai avvicinata la giornata dei preparativi, la piccola dei Saltzman era senza la sua metà, fuggita chissà dove e con chissà chi. D'altronde cosa poteva mai aspettarsi? Sua sorella era instabile, molto volubile e i suoi pensieri cambiavano ogni due per tre: ormai era inutile cercare di seguirla... si poteva solo comprendere o accettare.
Sapeva che non lo faceva apposta, che non prestava attenzione, che non s'accorgeva del suo volto triste e deluso quando spesso tornava in camera, che - nonostante tutto - aveva sempre combattuto per lei, elogiata (alcune volte) ed appoggiata ma non doveva farlo: quella mattina doveva evitare di andar via e doveva aiutarla... lei e tutti i suoi compagni che avevano aderito all'allestimento del memorial.
Forse stava esagerando, forse la vera delusione non era l'assenza della biondina ma di Caroline ed Alaric, che nonostante sapessero tutto non erano lì ad aiutarla. Non importa, vai avanti. pensò successivamente, per poi guardare in sovrappensiero l'orologio fisso al muro sopra la sua scrivania. Balzò in piedi, indossò le scarpe e s'affrettò a prendere la grande scatola che ospitava quadri e oggetti del vampiro, spense la luce ed aprì - e successivamente chiuse - la porta della propria stanza con la magia, affrettando il passo e scendendo le scale diretta in Sala Comune.
Sperò di non essere l'unica a mancare all'appello, non sarebbe stato molto rispettoso e professionale, aveva dato un'orario dopotutto, era meglio rispettarlo.
Sospirò a fondo ed accennò un sorriso non appena entrò nella sala desiderata, spostò lo sguardo sulle persone presenti ed allargò le labbra nel vedere Sabrina e Thomas Blackwood ad aspettarla. - Vi chiedo scusa per il ritardo. s'affrettò ad affermare, senza prestare la dovuta attenzione ai discorsi dei due, poggiando l'enorme scatola sul tavolo lì vicino. - Dannazione sono un disastro. commentò successivamente sussurrando, più a sé stessa che ai ragazzi. Scosse il capo e s'avvicinò ai fratelli. - Come state? Prima di tutto volevo ringraziarvi dell'aiuto, davvero, non riuscirei a combinare nulla altrimenti. disse gentile.

Aveva già dato una scarsa considerazione di se stessa.
Non ne faceva una giusta!!
Quel che stava succedendo con la sorella non avrebbe dovuto trasformarsi in un motivo atto a giustificare la sua mancanza di responsabilità. Era o non era stata lei a volere quel giorno? A voler omaggiare il ricordo di Stefan? I suoi amici avrebbero tranquillamente potuto riunirsi altrove, magari in forma privata... invece no, Caroline ed Alaric avevano accettato la proposta del memorial (pur accennando al fatto che probabilmente non avrebbero fatto in tempo a presiederci), Bonnie aveva dato la sua disposizione per allestire la sala ed anche Damon sembrava aver accettato la cosa, nonostante non le avesse risposto al suo invito.
Aveva pensato ad ogni cosa, ogni piccolo dettaglio; nel foglio in cui ricercava aiutati aveva addirittura inserito un piccolo post scriptum che diceva "Astenersi perditempo, si richiede puntualità" e poi era lei a non rispettarlo! Sarebbe dovuta esser lei, l'unica ragazza ad andare incontro ai presenti... ad aspettarli... non il contrario.
Si maledì mentalmente e poi chiuse leggermente gli occhi, convincendosi che ormai era acqua passata e che non sarebbe servito a niente rivangare i propri errori.
Scusate il ritardo. Hope Mikaelson fece capolino in sala, l'espressione apparentemente svogliata fece riflettere la piccola dei Saltzman, che portò gli occhi su quelli della ragazza. Se non era felice di star lì, come d'altronde anche i gemelli, non riusciva proprio a capire perché avesse accettato d'aiutarla. L'aveva fatto per lei? Scosse energeticamente il capo e cacciò via quel pensiero, sentendosi una stupida nel momento esatto in cui lo espresse nella propria testa. - Hope, professoressa Bennett! le salutò con un sorriso, per poi rispondere prima alla seconda. - Ho qui il foglio delle adesioni, tolta mia sorella dovremmo esser tutti. disse porgendoglielo educatamente, per poi voltarsi verso Hope e tutti gli altri ragazzi presenti. - Ho raccolto quanti più oggetti gli appartenessero, sono in questa scatola - disse avvicinandosi al tavolo che l'ospitava, afferrandola ed appoggiandola con cura per terra - insieme a qualche foto da appendere ai muri della sala. Sono sia singole che con tutti i suoi amici. Pensavo di pensare prima a queste, cosa ne dite? inclinò il capo di lato ed aspettò che qualcuno dicesse qualcosa.
La sua attenzione fu attratta dall'improvvisa entrata in scena di Lizzie, Josie inarcò un sopracciglio e sospirò, era ancora arrabbiata... nonostante fosse felice nel vederla lì. - Stavo parlando di quel che avevo pensato per l'allestimento della sala. le ricapitolò fredda, per poi volgere il capo verso Bonnie. - Pensavo di utilizzare un dress code elegante, so che a lui piaceva... non ho nessuna conoscenza - però - dei suoi gusti musicali, nonostante qualcuno mi abbia detto che ha partecipato a diversi concerti di Bon Jovi... ridacchiò scuotendo il capo - Qui lascio a te carta bianca... oh sarebbe anche carino che qualcuno parlasse, ho invitato Damon ma non so se vorrà farlo... ne tanto meno se parteciperà... sussurrò successivamente.