Shelter

Cait x Cassie

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    originals
    Posts
    10,522
    Location
    Lecce, Puglia

    Status
    Anonymes!
    Soltanto pochi giorni e Cait avrebbe finalmente oltrepassato il primo mese di permanenza alla scuola dei Salvatore.
    Ambientarsi non era stato facile: non solo la rossa era stata costretta a passare due settimane rinchiusa nelle segrete - cercando di smaltire tutto ciò che aveva assimilato nella sua prima "cena corretta al sangue" - ma il corpo studentesco non aveva fatto altro che trattarla come una selvaggia, un qualche specie di rifiuto umano che vagava per la loro scuola. Tutti la guardavano dal basso verso l'alto, con un'espressione che non presagiva nulla di buono, la stessa che le faceva credere che se soltanto non ci fossero state delle regole che vietavano l'uccisione, probabilmente si sarebbe già ritrovata dentro una fossa, gli occhi spalancati in un'immensa morsa di terrore.
    Dovevano aver scoperto quel che aveva fatto... o meglio, quel che quel bastardo le aveva fatto fare. Sapeva che sarebbe stato da codarda addossargli tutta la colpa, ma ammettere d'aver desiderato quel sangue così caldo ed invitante l'avrebbe uccisa. Era soltanto un bambino, aveva tutta la vita davanti e lei gliel'aveva tolta, privata, così... con un battito di ciglia. Era successo tutto così velocemente che non aveva neppure avuto tempo di rifletterci, ed era probabilmente questo quel che più le pesava: l'assurda voglia di cibarsi, quel suo fremere ed eccitarsi nel momento esatto in cui i canini s'eran presi il loro spazio su quel collo così chiaro ed invitante... tutto l'aveva destata dal connettere il cervello, dall'evitare di dar attenzione ai propri istinti animali. Le sarebbero serviti soltanto pochi secondi e la figura, così come s'era avvicinata, sarebbe corsa via in un moto affannoso e letteralmente vergognoso. Ed invece no... un ragazzino era morto e lei si sentiva in colpa: uno schifo, un'assassina che - probabilmente - avrebbe meritato di finire i suoi giorni esattamente come aveva fatto quella piccola anima innocente, colpevole soltanto d'essersi presentata nel cuore della città nel momento sbagliato.

    Eppure qualcuno che l'aveva capita - o che almeno aveva cercato di farlo - fortunatamente c'era stato: a partire da Alaric (il preside della scuola), una delle due gemelle Saltzman, il suo allenatore (il primo accennato aveva infatti deciso di farle fare un piccolo corso di "autodifesa"), il suo professore di vampirismo ed Evan, un vampiro con cui era riuscita a stringere uno strano rapporto d'amicizia... del tipo che lui era quello che parlava mentre lei si limitava semplicemente a rispondere a monosillabi, accennare un sorriso ed ascoltare.
    Sì, chi avrebbe potuto volerle bene s'era puntualmente presentato... ma era assai messo in ombra da coloro che l'additavano, guardandola con sufficienza e riservandole parole d'odio, derisione e disprezzo. L'esponente che più descriveva quest'ultimo gruppo era una strega dai capelli rossi e l'aria di chi si credeva al di sopra di tutti: le aveva dato non pochi problemi e qualvolta la incrociava nei corridoi Cait cercava in tutti i modi di evitarla o scappar via... non per le male parole che le pronunciava contro, bensì per la reazione che nasceva nell'avere un "contatto" con lei: quella ragazza la metteva in soggezione.

    Era già da qualche giorno che aveva preso l'iniziativa di ritagliarsi cinque minuti in mensa... vi ci si recava la sera, quando il dormitorio femminile le sembrava un po' troppo stretto. Aspettava che le ragazze cadessero in un sonno profondo e poi tornava a letto: non aveva nessuna intenzione di parlare con chi si divertiva a prenderla in giro.
    Anche quella sera aveva fatto la stessa identica cosa: s'era alzata dal suo letto e quando tutte le luci s'erano spente s'era recata al piano di sotto, diretta verso la grande stanza utilizzata per pranzi, cene e colazioni.
    Sedeva pensierosa Cait, un libro aperto sopra le gambe ed il viso illuminato dalla Luna che si rifletteva e controllava fiera dalla finestra.

    caitlyn aurora williams [ sheet ]
    neovampira - studentessa - 06.10.2013 - 17
    by psiche
     
    .
  2. Simarilla
        +1   Top   Dislike
     
    .

    User deleted



    Sua sorella era sparita, di nuovo, e anche suo fratello. Cassie iniziava a trovarlo seccante: che senso aveva essere gli unici trigemini della scuola se poi non passavano tempo assieme a far sentire gli altri inferiori? Appunto. Se c’era una cosa che a Cassandra piaceva particolarmente era girare con i fratelli e incrociare, ad esempio, le gemelle Saltzman o i Blackwood e guardarli, facendo loro presente che si, tre era il numero perfetto, mentre due … cos’era, due? Non certo un numero magico o simbolico. Che ci voleva, ad essere in due? Essere in tre, invece …
    Stupidi gemelli che spariscono sempre!
    Cassandra si alzò in piedi con uno sbuffo, lanciando un’occhiata al letto accanto al suo e sentendosi subito vagamente in colpa: sua sorella era lì, profondamente addormentata. E anche suo fratello era nel letto di destra: i gemelli avevano ottenuto il permesso di dormire assieme nelle notti particolari, perché i loro poteri tendevano ad impazzire quando stavano separati troppo a lungo. Un piccolo prezzo da pagare, per essere stregoni così potenti.
    E per essere così dannatamente belli e particolari
    Aggiunse fra sé e sé la rossa mentre scendeva lentamente dal letto, afferrando la felpa del pigiama e uscendo il più silenziosamente possibile dalla stanza, cercando di non svegliare i fratelli. A volte in effetti avere due gemelli non era proprio così fantastico: si rivelava più una scocciatura, soprattutto quando voleva un po’ di privacy. Distrattamente si appuntò sulla felpa la spilla che le aveva regalato sua madre giorni prima, già affezionata a quel gioiello in platino, rubini, diamanti e chissà quanti altri materiali di prima qualità. Del resto, Cassie era una NØrgaard: suo padre era stato terribile, ma non le aveva mai fatto mancare né denaro né gioielli. La rossa era abituata al lusso. Eppure … quel piccolo ragno veniva da sua madre, probabilmente era incantato in modi che Cassandra neanche poteva immaginare. La ragazza si sfiorò il petto con un sorriso, annuendo fra sé e sé: quello era un segno, di sicuro. Il segno che era la più forte fra i suoi fratelli, che era finalmente pronta ad uccidere suo padre e a prenderne il posto. Non poteva che significare quello, era così palese! Alla rossa sembrava quasi di camminare ad un palmo da terra da quando aveva ricevuto quel piccolo gioiello, e non aveva esitato a sfoggiarlo con orgoglio sulla divisa scolastica come su qualunque altro indumento. Del resto, il ragnetto era indistruttibile grazie ad un incantesimo, e se perso tornava all’istante in tasca a Cassie. I vantaggi dell’essere una strega. Proprio per quel motivo la ragazza fischiettava nell’avviarsi verso la mensa, meditando di farsi una tazza di thè caldo o qualche altra bevanda prima di tornare a dormire. Era così allegra da non notare l’altra testa rossa nella stanza in effetti, mentre iniziava a frugare fra i mobiletti dell’angolo cucina per cercare una qualche tisana.
    Chi dice che la miglior vendetta è il perdono non ha mai subito un torto.
    Cassandra NØrgaard [ sheet ]
    Strega – Studentessa – 01.01.2011 – 19 anni
    by psiche
     
    .
  3.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    originals
    Posts
    10,522
    Location
    Lecce, Puglia

    Status
    Anonymes!
    Prima o poi Cait sarebbe stata costretta a cambiare le proprie abitudini, iniziando proprio da quella che concerneva la visita alla mensa, che era quasi diventata una routine quotidiana. Dopotutto non riusciva a dormire se non calmava il cuore, cercando di ignorare le occhiatacce e commenti inopportuni delle sue compagne di stanza.
    Sapeva che avrebbe dovuto cercare qualcos'altro per estraniare la propria mente - scollegarla dalle emozioni così da non rimanerne sopraffatta -, ma la rossa era sempre stata una di quelle persone abituate a scappare davanti ai problemi o alle prime difficoltà: evitava di prenderli di petto, spaventata dall'idea di non riuscire a sostenerli e successivamente superarli.
    Quindi sì, probabilmente qualcuno l'avrebbe scoperta - ricordandole che c'eran delle regole che vietavano l'uscita dal dormitorio oltre un orario ben stabilito -, ma sperò si verificasse in un futuro abbastanza lontano, così da poter fortificarsi e non aver bisogno di giustificarsi inutilmente e cercare un porto sicuro altrove. Perché sì... a volte era proprio a quello che serviva la solitudine: non solo per sfogarsi o estraniarsi ma anche per trovare un luogo che le appartenesse, uno di quelli che riuscissero a modificare positivamente - anche solo per qualche minuto - il suo stato d'animo.
    In quei mesi ne aveva la necessità quasi dirompente, soprattutto da quando era stata lasciata nella Salvatore's School ed era arrivata a confrontarsi non più con persone che lavorassero per lei, bensì il contrario... soggetti che non avevan nessuna voglia di farle un favore, di prenderla con le buone, di sorridere per educazione o altro.
    Soggetti che sembrava l'odiassero per quello che era diventata e che aveva fatto... esattamente come la rossa che quasi saltellando era entrata nella stanza, la stessa che le metteva una soggezione ed agitazione strana... quasi famigliare.
    Cait alzò lo sguardo e deglutì nel vederla. Si morse il labbro inferiore e si soffermò a chiedersi cosa sarebbe successo se fosse rimasta lì, ferma ed immobile. L'avrebbe vista? Si sarebbe accorta della sua presenza?
    Tirò un sospiro di circostanza e quasi di resa e poi chiuse leggermente gli occhi, pronta a riaprirli una volta dopo, la gola che cercava di "risvegliasi". Forse non sarebbe stato male provare ad intavolare una discussione... magari avrebbe capito che quelle parole e sguardi rivoltale durante il giorno non eran nient'altro che maschere... magari.
    - Se sono delle bustine quelle che cerchi, le trovi nel cassetto alla tua destra. disse piano per non spaventarla, visto che non l'aveva notata, supponendo che cercasse qualcosa per farsi una buona tisana, visto che qualsiasi altra bevanda doveva esser sbagliata per un'orario come quello attuale.

    caitlyn aurora williams [ sheet ]
    neovampira - studentessa - 06.10.2013 - 17
    by psiche
     
    .
  4. Simarilla
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted



    A modesto parere di Cassandra, nessun’altro meritava di avere i capelli rossi in quella scuola. Era semplicemente un colore troppo speciale, troppo interessante per quei semplici ragazzini che continuavano a girare intorno ai tre gemelli, sicuramente sperando di attirare la loro attenzione. Quella ovviamente era una cosa a cui Cassandra era abituata, una cosa buona e giusta perché i gemelli NØrgaard meritavano di essere adorati e apprezzati da tutti. Però … però. Cassie a volte detestava il modo in cui tutti li apprezzassero solo perché erano belli, potenti e ricchi, ignorando qualunque aspetto del loro carattere. Qualunque difetto o errore. Ma in fondo essere NØrgaard significava anche questo; faceva tutto parte del pacchetto. Cassandra l’aveva sempre saputo e accettato.
    Quello che proprio non tollerava d’altra parte, erano quelli che non la adoravano come meritava: sbuffò leggermente solo al pensiero, chinandosi per guardare meglio nella dispensa e resistendo alla tentazione di evocare una miscela di suo gradimento. Non voleva sprecare la sua magia per qualcosa di così inutile. Far bollire l’acqua, magari …
    - Se sono delle bustine quelle che cerchi, le trovi nel cassetto alla tua destra.
    Per poco non le prese un colpo, ma Cassandra era una nobile in tutto e per tutto: finse di non aver lasciato dieci anni della sua vita ad agonizzare a terra e si voltò con tutta la calma che possedeva, osservando l’unica altra persona – sperava – nella stanza. Quasi senza accorgersene gonfiò appena il petto, mettendo in mostra il gioiello (X) che le aveva regalato sua madre poco tempo prima. Spiccava benissimo sulla stoffa rosa del pigiama (X), e Cassie sapeva bene che con la sua vista da vampira l’altra riusciva a vederlo benissimo.
    Bustine. Ew. Dovevo aspettarmelo da questa scuola
    Commentò disgustata, voltandosi e agitando una mano nell’aria: la sua tazza preferita, piena di una tisana calda e fumante, comparve all’istante sulla tavola. Cassandra Leila NØrgaard non beveva della roba in bustina come una plebea qualsiasi. A meno che la bustina in questione non fosse in pura seta.
    Chi dice che la miglior vendetta è il perdono non ha mai subito un torto.
    Cassandra NØrgaard [ sheet ]
    Strega – Studentessa – 01.01.2011 – 19 anni
    by psiche
     
    .
3 replies since 25/4/2019, 13:04   135 views
  Share  
.
Top
Top