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mystic falls - Casa Winthrop [ Ken x Jamie ]

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    ken tokugawa
    Due mesi e quindici giorni.
    Ken li aveva contanti. La testa cercava di dimenticare ma il cuore... il cuore continuava a battere soltanto per il licantropo che aveva perso ancor prima di poterlo avere davvero, ancor prima di poterlo vivere realmente. Quel bacio era stato la fine di tutto: della loro amicizia, della loro relazione, della loro voglia di affidarsi l'uno nelle braccia dell'altro.
    Senza neanche prestare poi così tanta attenzione Jamie era riuscito a scalfire la sua armatura, la sua difesa, la sua maschera. Era entrato nella sua vita come un uragano e così come aveva fatto era andato via. L'aveva distrutto, l'aveva fatto a pezzi. E per cosa? Per uno stupido errore, per un bacio che non avrebbe dovuto aver luce e che lui - comunque - aveva persino ricambiato.
    Il problema era che Ken poteva soltanto supporre il motivo del suo allontanamento, ma non ne aveva la certezza perché quel coglione aveva pensato di stracciare i rapporti ancor prima di degnarsi a dargli una spiegazione. Da un giorno all'altro era cambiato tutto: il suo Sole era andato via, l'unica sua fonte di felicità gli aveva voltato le spalle, permettendo alla malinconia di coinvolgere la sua aurea e divorarla.
    Jamie l'aveva ucciso. Letteralmente.
    Aveva sofferto, aveva sofferto come un cane... ancora lo stava facendo, e più viveva in quelle condizioni, più l'odio verso di sé cresceva. Perché lui lo sapeva, l'aveva sostenuto ogni qualvolta ne aveva avuto opportunità, soprattutto negli ultimi giorni. Sapeva che sarebbe finita così, con la sua dipartita.
    Doveva fuggir via, abbandonare la battaglia ancor prima che incominciasse ed invece no. Era rimasto assuefatto dalla sua presenza, dal bene che provava ogni benedettissima volta che gli era accanto, dalla bellezza dei suoi occhi e dal meraviglioso profumo che ancora gli inondava le narici. Senza accorgersene aveva aperto la porta del cuore e ce l'aveva spinto dentro.
    Che stupido che era stato... che, che bastardo che s'era scoperto, invece, lui.
    Se gli avesse voluto bene... se fosse mai stato importante, Jamie non sarebbe andato via, non sarebbe scomparso in quel modo.

    L'aveva cercato dappertutto, a scuola, a lezione, al Mystic Grill, aveva battuto persino l'intera città... per chiedergli di tornare, di perdonarlo... per potergli stare accanto anche solo per un secondo. Lui, che aveva sempre messo un freno a tutti e che era stato ucciso per la seconda volta, lo cercava per morire una terza. Ma nulla, non s'era neppure fatto trovare. Nemmeno una volta.

    Poi però la svolta: dopo le ennesime domande qualcuno era riuscito a dargli la risposta perfetta. Un coglione l'aveva visto... ed era stato al suo fianco. "Ooh quel ragazzo dannatamente eccitante con la forza di un uragano? Ci siamo incontrati l'altro giorno. Ha un letto troppo comodo." aveva visto con quanta eccitazione l'aveva ricordato, con quanta malizia gli aveva risposto - mordendosi il labbro inferiore nel ricordare momenti che Ken poté soltanto immaginare - mentre lui crogiolava nel suo dolore e nella sua rabbia.
    Non sapeva come diavolo avesse fatto a mantenere il controllo, semplicemente aveva stretto le mani in due pugni, chiuso gli occhi e poi era scappato via.
    Adesso? Adesso era pronto a tirare le somme. Adesso era pronto al faccia a faccia.

    Quella mattina s'era svegliato fin troppo presto ma non gli importava più di tanto: voleva vederlo, pretendeva di farlo. Probabilmente l'avrebbe mandato a quel paese per averlo fatto svegliare ad appena le 10, ma sperava che tutto si sarebbe risolto con una grande risata. Perché sì, ora non importava più quel che era successo in passato, voleva soltanto averlo al suo fianco. Come prima, come due mesi e quindici giorni fa.

    Non poteva mai immaginare che avrebbe sofferto così tanto.
    Per ricordare il loro primo incontro non bussò neanche alla porta, semplicemente entrò in casa e corse al suo interno, bloccandosi nel momento in cui lo vide. Lì, steso sul letto, il petto nudo che fuori usciva dalle coperte ed il volto rilassato e sporso verso quello ancora dormiente - e nudo - dello stronzo di turno. Un ragazzo così... così maledettamente uguale a lui ma che non era lui.
    Numerose lacrime usciron fuori dai suoi occhi a mandorla, rigandogli il volto con violenza. La rabbia invase immediatamente il suo corpo e con un unico schicco delle dita incominciò a toglier l'aria dallo sconosciuto, che si svegliò all'improvviso ed incominciò a divincolarsi. Le mani s'avvicinarono al collo, cercando un sollievo che non sarebbe mai arrivato, prima di sporgersi verso Jamie, nell'attesa di un suo aiuto.
    A quel gesto Ken strinse di più il polso, con forza, violenza, rabbia e delusione. Il problema era che i suoi occhi non erano sul malcapitato, bensì su quelli di Jamie, che adesso che s'era svegliato perfettamente poteva finalmente vederlo piangere... in preda ad una gelosia e follia omicida.
    Schioccò un'altra volta le dita e trasportò il coglione via da quel letto, ignorandone la destinazione. Ridusse la distanza tra di loro e salendogli a cavalcioni non poté che prenderlo a pugni, le lacrime che ancora scendevano ed il respiro che s'accorciava in ogni secondo che passava.
    - Dove cazzo sei stato? domandò nel mentre continuava. - Perché te ne sei andato? Perché mi hai abbandonato? disse ancora.
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    JAMIE SEBASTIAN WINTHROP
    Dopo quella serata passata insieme a Ken al Mystic Grill, Jamie era completamente scomparso. Nella sua mente l’unica soluzione era quella di allontanarsi il più possibile per poter dimenticare e scordare quegli eventi. Era stata la scelta corretta? Quella giusta? Non lo sapeva, aveva seguito semplicemente ciò che la sua testa gli diceva, e ciò che desiderava fare.
    Il suo cuore lo aveva lasciato al Mystic Grill, spezzato fuori dalle porte del locale. Erano stati giorni e settimane difficili e complicate. Ancora una volta però era stato in grado di nascondere tutto ciò che lo tormentava e seguiva, agendo come il suo solito: festeggiando, bevendo e passando le serata in compagnia di una persona diversa.
    Aveva dimenticato per qualche ora, scordato gli avvenimenti mentre cerca di riprendere in mano la sua vita. Si era divertito, aveva riso ma si era sempre sentito incredibilmente vuoto. Gli mancava qualcosa, quella persona che rendeva il suo modo di fare così speciale, diverso. Gli mancavano le parole che Ken gli rivolgeva, ma doveva semplicemente dimenticarle, mettervi una pietra sopra.
    Quella lontananza avrebbe dovuto fargli del bene, aiutarlo ma in realtà gli aveva fatto comprendere come a Mystic Falls avesse trovare una metà che avrebbe desiderato avere al suo fianco. Gli doveva importare in che modo: se amici o qualcosa di più? Non lo sapeva più. Da una parte gli sarebbe piaciuto portare la relazione che aveva con Ken a qualcosa di più, ma se così non fosse stato l’amicizia gli sarebbe bastata? Probabilmente sì.
    Tra un bicchiere di alcool, una serata e una mattina distruttiva, Jamie non riusciva a raggiungere il scopo, ritrovandosi sempre per un motivo od un altro a pensare, rivedere Ken. Nonostante cercasse di cancellarlo dalla sua vita, non ci riusciva. Sembrava che il mondo volesse mandargli un messaggio chiaro: non si sarebbe mai scollato quel mago, neanche tra una cinquantina di anni. Lo aveva incontrato, avevano legato in qualche modo e adesso erano bloccati l’uno con l’altro.
    Più il tempo passava, più il licantropo faticava ad andare avanti. Era sempre più difficile uscire di casa per festeggiare perchè era consapevole che non sarebbe servito a nulla scordare per delle ore se poi avrebbe passato tutta la sua giornata a ripensare a cose ormai passate.

    Erano passati più di due mesi dall’ultima volta che aveva messo piede a Mystic Falls. Jamie aveva deciso di tornare a casa per riprendere in mano la sua vita, pezzo dopo pezzo. Avrebbe incominciato salutando quella vita che aveva inseguito durante quell’ultimo periodo per riprendere la cattedra che aveva abbandonato alla Salvatore School dopo un periodo di pausa dovuto a problemi personali.
    Aveva festeggiato anche quella notte, ma diversamente dalle precedenti era stata più un addio ad una vecchia amica che avrebbe incontrato meno spesso. Come sempre era finito a letto con un qualcuno che aveva incontrato ed esattamente come alcuni dei precedenti anche lui aveva dei tratti molti simili a quelli di Ken.
    Riposava tranquillamente quella mattina nel suo letto quando avvertì che il suo compagno di avventure lo stava cercando. Inizialmente non lo calcolò minimamente ma quando la sua insistenza divenne troppa aprì gli occhi per vederlo fatica a respirare. Non comprendeva cosa stava succedendo finché i suoi occhi non si posarono sulla terza persona presente in quell’appartamento: Ken. Che cazzo stava facendo?
    Come poteva aiutare quel ragazzo? Cosa poteva fare contro qualcuno che aveva deciso di usare la sua magia per fare del male. Perché Ken si stava comportando in quel modo bambinesco? Il giovane venne sbalzato via dal letto e Jamie non fece neanche in tempo ad alzarsi che si ritrovò il mago addosso che iniziò a scagliarli dei pugni contro. Mentre parava quei colpi con l’utilizzo delle sue braccia, solo in quel momento, solo grazie a quella vicinanza, notò le lacrime che rigavano il viso di Ken.
    Dove cazzo sei stato? Perché te ne sei andato? Perché mi hai abbandonato? Non comprendeva quella reazione: la loro relazione, il loro legame non era mai sembrato importante per lui. La confusione aleggiava nella testa del licantropo. Cercava di comprendere il motivo per cui Ken si stava comportando in quel modo ma non comprendeva. Non c’era nessuna ragione a lui conosciuta che lo spingesse a crollare in quel modo. Jamie cercò quindi afferrare entrambe le braccia del mago per fermarlo da quella furia che si era impossessata di lui. Non appena ci sarebbe riuscito lo avrebbe trascinato a forza verso di sé, facendo incontrare le loro labbra nella speranza che potesse tutto fermarsi un momento per provare a capire.
    Non appena le loro labbra si incontrarono, Jamie lasciò la presa sulle braccia per portare entrambe le mani viso di Ken, cercando di avvicinare il mago a sé ed al suo corpo. Non era quella sua intenzione, ma non appena lo baciò comprese quanto quel contatto gli fosse mancato, come l’aria. Il contatto fisico poi, ne aveva bisogno, un terribile bisogno.
    Cosa cazzo stai facendo? chiese, allontanandosi appena dalla labbra di Ken per pronunciare quelle parole e prima di dargli del tempo per rispondere lo baciò nuovamente, questa volta però lasciando che la rabbia per quel gesto che aveva compito nei confronti del suo ospite si travasasse in quel contatto.
    Avrebbe dovuto dargli delle spiegazioni sul motivo per cui si era allontanato da tutto, scomparendo dai radar?
    No, non voleva perdere tempo a chiacchierare in quel momento, bensì desiderava stringere Ken a sé. Gli era mancato terribilmente e se non fosse stata per quella sua visita, Jamie avrebbe continuato ad ignorarlo e quei baci non sarebbero mai capitati.
    Hai detto tu che era una cazzata… aggiunse non appena le loro labbra si allontanarono di nuovo, appoggiando la sua fronte su quella del mago. Il battito del cuore era alle stelle.
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    Riusciva a vederla: la confusione nei suoi occhi. Jamie lo guardava come fosse pazzo... e beh, non sapeva quanto avesse ragione, quanto veri potevan essere quei pensieri.
    Era bastata una sola immagine, un solo momento e Ken era scattato. Qualcosa, dentro lui, si era rotta mandando a fanculo ogni fottuto autocontrollo.
    L'immagine e l'idea di quel che aveva fatto lì dentro l'aveva reso violento, colpendolo ancor prima di avvisarlo.
    Ecco, voleva esser ucciso una terza volta? Beh, Jamie l'aveva accontentato.
    Il suo volto, il sorriso e quell'espressione tranquilla che aveva scorso stesa su di lui mentre riposava... avrebbe voluto sfreggiarla, toglierla dalla faccia.
    E così stava facendo, il problema era che più lo picchiava, più sentiva il vuoto nello stomaco espandersi, diventare maggiore in ogni secondo che passava.
    No, prenderlo a pugni non lo stava aiutando, non lo stava facendo sentire bene. Non stava alleviando un bel nulla, sennon il contrario.
    Perché? Perché quei pugni era come se se li stesse ributtando addosso?
    Ken si odiò ancor più di quanto già non lo stesse facendo. E si maledì quando, percependo le mani di Jamie cercare di fermare la sua furia - attirandolo più a sé -, desiderò assecondarlo... dandogli quel che voleva.
    Non è giusto. Perché devo essere così? Perché devo esser sempre io a fare un passo indietro? pensò mentre si mordeva il labbro inferiore e faceva come gli stava tacitamente chiedendo, venendo pervaso, un'altra volta ed improvvisamente, del suo profumo.

    Senza neanche accorgersene Jamie l'aveva attirato a sé e lo stava baciando. Ken perse un battito nel percepire le loro labbra incontrarsi.
    Due mesi e quindici giorni. Eran due mesi e quindici - lunghi - giorni che non lo vedeva eppure adesso, con le sue labbra, le sue braccia ed il suo tocco, sembrava finalmente esser tornato a "casa".
    Ken lottò con tutto se stesso per non ricambiare, per non muoversi e non fargli capire che sì, avrebbe preferito far quello che litigare, ma Jamie stesso non glielo concesse.
    Cosa cazzo stai facendo? Il mago aveva la testa fin troppo annebbiata, pregna di pensieri e parole, per rispondergli; perciò non ci provò neppure a farlo, lo strinse inavvertitamente più a sé, invece, quando il licantropo riprese a baciarlo.
    Questa volta il gesto fu più passionale, più... violento, in un certo senso, più vero.

    Hai detto tu che era una cazzata.
    Era una cazzata... una cazzata. quelle parole gli entrarono nella testa e non ci uscirono almeno fino a quando non riuscì ad assimilarle tutte. Una per una. - E te ne sei andato comunque... sussurrò di risposta, ridacchiando subito dopo, accecato da tutti quei giorni in cui era stato male, tutti quei momenti in cui s'era sentito morire dentro. - ...non hai neppure avuto le palle di dirmelo. incominciò - Un giorno c'eri e l'altro eri scappato via. rise - Ma di cosa mi stupisco!? Questo sei tu: uno sporco codardo. s'allontanò dal suo volto e scese dal suo corpo, mettendosi seduto, i piedi che tornavano ad accarezzare il pavimento di quel posto di merda, pronti per sostenere il corpo del proprio padrone e tornare a camminare.
    - Ha mai significato qualcosa? domandò poi, le labbra che venivano torturate dalla mano sinistra - Quel che avevamo... quello che eravamo? precisò guardando davanti a sé.
    Doveva saperlo. Quella sarebbe stata davvero l'ultima volta che lo vedeva e doveva esser al corrente di tutto. Di ogni cosa.
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    JAMIE SEBASTIAN WINTHROP
    Jamie faceva fatica a comprendere ciò che stava succedendo. No, nulla gli era chiaro in quel momento: tutto era confuso e Ken era una grandissima incognita. Enorme, gigante e impossibile da non notare.
    Le sue labbra avevano incontrato nuovamente quelle di Ken dopo mesi, nel tentativo di calmarlo ed evitare che continuasse a picchiarlo. Non aveva immaginato che ciò potesse accadere di nuovo, siccome la prima e presumibilmente ultima volta che era accaduto, il tutto era stato dimenticato sotto la categoria di grande cazzata ed errore dettato puramente dall’alcool.
    Le parole che Ken gli aveva rivolto quella sera, facendogli comprendere che tra loro niente poteva mai succedere, erano stato il motivo che aveva spinto Jamie ad allontanarsi da lui, per dimenticarlo e cancellare ciò che provava. Aveva fallito terribilmente considerato il numero di ragazzi con cui era andato a letto che assomigliavano in qualche tratto a Ken.
    E te ne sei andato comunque... Da quando il mago aveva mai provato interesse nei suoi confronti? Mai, quella era la risposta. Ken non si era mai aperto sotto quel punto di vista, ma la colpa ovviamente era sua. ..non hai neppure avuto le palle di dirmelo. Un giorno c'eri e l'altro eri scappato via. Ma di cosa mi stupisco!? Questo sei tu: uno sporco codardo. Sputargli addosso tutto, ovviamente. Seppure quelle parole avrebbero dovuto ferirlo, allontanato ancora di più e forse per una volta mettere un punto a quel capitolo e chiuderlo, Jamie era incredibilmente incuriosito da ciò: Ken non gli aveva mai detto nulla eppure il loro rapporto era importante per lui.

    Ha mai significato qualcosa? Quel che avevamo... quello che eravamo? La loro conoscenza era stata strana, ma nonostante l’astio ed odio reciproco iniziale in qualche modo avevano connesso e Jamie si era sentito incredibilmente legato a Ken. Erano amici e poi quella semplice cosa era diventata complessa per arrivare fino a quel preciso esatto momento.
    Come avrebbe potuto esplicare quel concetto a parole? Avrebbe sicuramente finito per sparare una cavolata dopo l’altra.
    Jamie si sistemò quindi, affianco a Ken. Appoggiò una mano sulla sua e la strinse leggermente. Mi hai completamente chiuso fuori. Mi hai fatto capire che non avevo speranze. Che non mi avresti mai visto come qualcosa in più. Dovevo andarmene. Dovevo dimenticarti. Pronunciò, tenendo lo sguardo basso.
    Non ti ho dimenticato… Ma penso che ciò sia stato abbastanza chiaro dal tipo con cui sono finito a letto. confessò per poi cercare di uccidere l’atmosfera tesa che si era creata in quel momento. Dopotutto non era da lui rimanere serio per troppo tempo.
    Voglio solo baciarti Ken e stringerti. terminò sussurrando quelle parole al nulla, non sapendo neppure se avrebbero raggiunto le orecchio de mago. Voleva alzarsi, gentilmente far uscire il terzo incomodo del momento e mangiare qualcosa per poi darsi una ripulita.

    Ken? Non lo sapeva. Non sapeva niente con lui. Era un tiro alla sorte, una sorpresa ogni volta. Forse era anche ciò che gli piaceva di lui: poteva aspettarsi qualsiasi cosa.
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    ken tokugawa
    Ken non voleva andare via. Non voleva alzarsi da quel letto, non voleva che i propri piedi lo portassero altrove.
    Abbandonare quell'idiota era l'ultima cosa che desiderava. Voltare il capo, gettarsi ancora un'altra volta nell'oceano dei suoi occhi, nelle sue labbra così dissetanti... non desiderava nient'altro.
    Il cuore proclamava amore, la testa però, distanza. Odiarlo? Non avrebbe mai potuto odiarlo, poteva dirlo, sostenerlo con fermezza anche.. ma non sarebbe mai stato veritiero, non sarebbe mai stato... Ken.
    Il mago nero aveva odiato tante persone nella sua vita, ma Jamie non era tra queste, Jamie non era affatto tra queste e mai lo sarebbe stato.
    Non sapeva cosa diavolo provasse nei suoi confronti - non l'aveva mai provato prima d'ora -, di una cosa, però, era più che sicuro: ogni volta che lo guardava, toccava e parlava il suo cuore batteva più forte.
    Il problema era che adesso non vi era più quello - o meglio -, quello c'era ancora, ma essendo sempre stato geloso, la sola idea di poter vedere Jamie con qualcun altro lo innervosiva.
    Anche in quel momento, nonostante avesse mandato via il terzo incomodo, era come se la sua ombra - e quella di tutti gli altri che s'era portato a letto - fosse ancora lì, aleggiando tra loro.
    Il solo pensiero alle loro labbra unite, le lingue che si cercavano, i corpi che s'avvicinavano, si strusciavano e si conoscevano... lo faceva vomitare.
    Il ragazzo strinse i denti e chiudendo gli occhi lottò contro se stesso per non alzarsi ed abbandonarlo lì, come lui aveva già fatto in precedenza.

    Non appena Jamie unì le loro mani, Ken si maledì per non riuscire a frenare i suoi istinti, descritti in un'unica azione: quella di rabbrividire.
    Non poté che detestare quel suo carattere di merda, quel suo esser dipendente delle piccole cose, quel suo esser... debole.
    Ken non voleva esser debole. Non voleva.

    Ascoltando con estrema difficoltà le sue parole, il ragazzo non poté che scuotere il capo e ridacchiare appena, la maschera nera che pian piano lottava per riprendere il suo posto.
    Stava quasi per dirgli che c'era riuscito, che sembrava averlo dimenticato per bene, quando lui parlò un'altra volta e cambiò le carte.
    Non ti ho dimenticato… Ma penso che ciò sia stato abbastanza chiaro dal tipo con cui sono finito a letto. Ken strinse le mani in due pugni e si alzò - immediatamente -, senza riuscire a fare altrimenti... l'immagine di quei due insieme ancora nella testa.
    - Io non ti ho chiuso fuori. Io mi stavo proteggendo. cercò di spiegare, ripensando a ciò che era successo. - L'avevo capito, sai? Che tu non mi fossi indifferente. asserì - Ma lo negavo perché la mia vita è sempre stata uno schifo... perché non volevo più stare male e perché non volevo che il mio cuore si rompesse un'altra volta. rise in modo flebile.
    - Ma ho continuato a stare al tuo fianco perché nonostante tutto non volevo andar via... non volevo lasciarti, non volevo allontanarmi da te. Non ce l'avrei mai fatta.
    Così sciocco, in quel momento si sentì così sciocco.
    - Ma alla festa mi hai provocato ed incasinato la mente. Ti ho baciato, dicendomi che non provavo nulla, che non eri nient'altro che un altro ragazzo.. un'altra persona.
    Ho fatto la cazzata che ho desiderato da sempre, la cazzata a cui pensavo sin da prima, la cazzata a cui ancora oggi penso.
    sospirò. - Ma tu sei andato via, e lo capisco adesso ma... ma vederti con quello... sussurrò - ...ascoltare le parole di un'altra tua conquista che mi ribadiva ancora una volta quanto tu fossi perfetto e forte e quanto il tuo letto fosse particolarmente comodo... giuro mi ha fatto andare fuori di testa. borbottò. - Mi ha fatto pensare al fatto che se eri ancora in grado di scopare allora forse la mia assenza non t'aveva toccato neppure un po'. terminò di ascoltare le sue parole e poi sospirò.
    - Non voglio più immaginarti con quei coglioni... non voglio più vederti lontano da me. Non voglio più esser costretto a cercarti per tutta scuola e Mystic Falls. sussurrò.
    - Ti uccido, piuttosto. ridacchiò, cercando di alleggerire la tensione.
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    Edited by mikaelson» - 15/12/2020, 00:21
     
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    JAMIE SEBASTIAN WINTHROP
    Come sarebbe andata a fine quella mattinata? Cosa sarebbe accaduto? Avrebbe visto Ken per l’ultima volta, guardandolo uscire dal suo appartamento con il cuore spezzato? Oppure potevano darsi una possibilità per essere felici, o almeno vedere dove quei sentimenti confusi e difficili da spiegare li portavano? Jamie avrebbe preferito esplorare la seconda opzione, evitando di rimanere solo in casa a raccogliere i pezzi del suo cuore.
    Io non ti ho chiuso fuori. Io mi stavo proteggendo. L'avevo capito, sai? Che tu non mi fossi indifferente. Beh a quanto sembrava erano stati tutti e due molto intelligenti: avevano deciso di non parlare per non soffrire, e poi il risultato che avevano ottenuto era stato l’esatto opposto. Esisteva un premio per essere così dementi? Perché se c’era loro dovevano prendere assolutamente il primo premio!
    Jamie ascoltò le parole di Ken, distogliendo lo sguardo quando parlò del fatto che gli era stato accanto perchè non riusciva a distaccarsi. Lui invece era scappato a gambe levate senza guardarsi indietro per poi stare male. Era stato difficile ma aveva fatto la sua scelta ed aveva lasciato la vita del mago per sempre, più o meno. Ken invece aveva avuto più coraggio: non aveva lasciato andare il loro legame, rapporto.
    Ma alla festa mi hai provocato ed incasinato la mente. Ti ho baciato, dicendomi che non provavo nulla, che non eri nient'altro che un altro ragazzo.. un'altra persona Era successo alla festa? Era stato quello il momento dove aveva capito di provare dell’interesse? Quando lo aveva baciato non era stato solamente per via dell’alcool? Eppure le sue parole…
    Un piccolo sorriso comparì sul viso del licantropo mentre ricordava quella sera: la vicinanza dei loro corpi ed il tempo passato assieme a divertirsi per l’ultima volta.
    Jamie non potè far a meno di muovere dei passi verso Ken.
    Ma tu sei andato via, e lo capisco adesso ma... ma vederti con quello... ...ascoltare le parole di un'altra tua conquista che mi ribadiva ancora una volta quanto tu fossi perfetto […] Ken era geloso delle persone con cui era andato a letto. Non avrebbe mai pensato di sentire parole del genere uscire dalle sue labbra, o che in realtà Ken potesse solamente pensare ciò. Eri davvero geloso di quelle persone? Mosse un altro passo in avanti, cercando lo sguardo del mago. Da una parte poteva comprendere come mai era esploso in quel momento, ma dall’altra era estremamente confuso: prima di tutto ciò, del loro bacio, Jamie si era sempre intrattenuto con delle persone quando terminava una festa. Non ha mai significato niente, è sempre stato un passatempo, dovresti saperlo. pronunciò, avvicinandosi ancora, cercando sempre di incrociare gli occhi del mago.
    Ti uccido, piuttosto. Un sorriso si formò sulle labbra di Jamie prima di distogliere lo sguardo e dare le spalle a Ken. Lo farai davvero? pronunciò, questa volta solo con la voglia di provocarlo. Sono scappato per mesi e mi hai ritrovato nel letto con quel tipo incominciò, guardando se il ragazzo con cui aveva passato la serata si trovasse in giro per il suo appartamento oppure era scappato via per non morire soffocato da un mago evidentemente irritato e geloso. Uccidimi Ken, sono qui… concluse, allargando le braccia ed attendendo di scoprire come avrebbe reagito il mago a quelle sue parole.
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    Aveva fatto bene ad aprire di nuovo il suo cuore? Ken non poteva saperlo e stava facendo di tutto per non cedere alla tentazione di andar via e lasciare tutto incompiuto. Si accorse che da una parte avrebbe voluto correre tra le sue braccia e non staccarsene mai, dall'altra fare esattamente l'esatto opposto.
    Il mago aveva sofferto fin troppo e non voleva continuare a farlo. Non voleva toccare il cielo con un dito e poi cadere di nuovo nell'oblio. Non avere la certezza che fra loro tutto si sarebbe sistemato lo stava divorando dentro.
    Eppure voleva realmente i suoi occhi, voleva realmente i suoi baci... i suoi abbracci, le sue mille attenzioni. Voleva perfino le sue battute di merda, quelle che solitamente gli facevan alzare gli occhi al cielo.
    L'amore non era soltanto bellezza, dolcezza e passione ... era anche accettare la sofferenza e la debolezza degli attimi, accettare d'esser "dipendente" dall'altro. Influenzabile, in un certo senso.
    Ken aveva sempre odiato queste ultime cose - non che avrebbe mai smesso di ragionare e comportarsi come voleva - ma per Jamie, forse, sarebbe riuscito a metabolizzarle, sarebbe riuscito a conviverci. Doveva farlo, perché più lo guardava e più la voglia di stringerlo a sé e metter una pietra su tutta quella discussione lo coinvolgeva.

    Eri davvero geloso di quelle persone? il mago nero alzò lo sguardo e sospirò. Sì, si sentiva stupido. Ancora. - Ero geloso perché loro potevano averti. rispose cacciando fuori tutto, non riferendosi necessariamente al campo sessuale - Potevano parlarti, ridere con te... io no: tu me l'avevi vietato. ripeté, il corpo che s'appoggiava contro il muro dietro di sé ed il respiro che s'affievoliva.
    Ignorò la sua risposta: non era quello il motivo, non voleva sapere il perché avesse scelto d'intrattenersi.

    Rise anche lui non appena scorse il sorriso del licantropo che anticipava le risposte alla sua affermazione, e non poté che inarcare il sopracciglio quando quest'ultime uscirono fuori. Lo stava provocando e se non fosse che Ken ne aveva ormai abbastanza delle parole, probabilmente avrebbe perfino mandato avanti il gioco.
    Si morse invece il labbro inferiore e scuotendo lievemente il capo s'incamminò verso di lui.
    Quando gli fu esattamente davanti, Ken appoggiò una mano sulla guancia del ragazzo e lo guardò negli occhi. Stette così per circa qualche secondo e poi si gettò sulle sue labbra, famelico. Dapprima gli morse leggermente il labbro, ridendo su di esse, poi lo baciò per davvero, assaporando ancora un'altra volta le sue labbra.
    sheet | mago nero | ladro ed investigatore privato | 05 - 07 - 2001 | 29 y.o.
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    Quando vide Ken avvicinarsi a grandi passi, Jamie non riuscì a trattenere un sorriso. Era curioso di vedere che cosa avrebbe fatto: assecondato la sua provocazione o fatto altro? Quando le loro labbra si incontrarono nuovamente, le mani del licantropo si appoggiarono sui fianchi del mago. Se quella era la seconda opzione, gli andava più che bene!
    Sentire il mago tra le sue braccia, così vicino a lui era tutto ciò che desiderava da mesi. Poter baciare nuovamente quelle labbra, assaporarle ogni qualvolta avesse voluto.
    Sembrava quasi un sogno, un illusione che fin troppo reale. Ma le sue mani stavano veramente toccando il corpo di Ken e le loro labbra si erano incontrare nuovamente. Non era un sogno, non stava completamente impazzendo. Era la realtà: incredibilmente bella.
    Potevano però darsi una possibilità? Provare ad essere felici? Oppure sarebbe dovuto rimanere solo uno scambio di baci desiderosi? Jamie desiderava molto di più ma allo stesso tempo aveva il terrore di perdere Ken per una qualche cavolata che avrebbe quasi sicuramente commesso. Se non fosse stato niente di serio almeno avrebbe sofferto meno.
    Cosa volevano fare? Dopo quelle confessioni? Dopo che i loro pensieri erano stati esternati e resi pubblici? L’unica cosa da fare in quel momento era godersi il momento ma era difficile non pensare al futuro e semplicemente che sarebbe successo da lì a qualche momento. Avrebbero potuto finire a letto, lasciare che i loro corpi per la prima volta si conoscessero e poi? Cosa avrebbero fatto successivamente.
    Avrebbero dovuto chiarire immediatamente cosa erano: non sapere come la loro relazione si sarebbe evoluta dopo quel momento, impediva a Jamie di apprezzare a fondo ciò che stava succedendo. Era felice, certamente ma gli importava di Ken. Non si sarebbe fatto tutte quelle pare mentali se quella doveva essere una scopata e basta di una conquista complicata.
    Contro ogni cellula del suo corpo si allontanò dalle labbra del mago. Avrebbe trovato il coraggio per scoprire l’argomento e lasciare che ancora una volta i suoi pensieri, o meglio preoccupazioni, venissero esternate? I suoi occhi erano fissi un quelli di Ken.
    Avrei voluto vedere come avevi intenzione di uccidermi… pronunciò, lasciando che un sorriso malizioso comparisse sul suo viso. Non era il momento giusto: perchè rovinare tutto quando dovevano ancora iniziare? Mettere da parte quell’argomento per parlarne successivamente. Aveva Ken per sé e lui si era gettato addosso a lui.
    Mi sei mancato, Ken. confessò poi, prima di appoggiare nuovamente le sue labbra su quelle del mago, dolcemente questa volta. Muovendo il suo corpo leggermente in avanti, chiudendo gli occhi mentre le loro labbra si avvicinavano. Lasciò da parte per un momento il desiderio di averlo, permettendosi di avere e gustare quel momento in cui le sue carte erano completamente scoperte, quando era vulnerabile.
    Ti voglio… sussurrò successivamente sulle labbra del mago.
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    ken tokugawa
    Ciò che sentiva per il ragazzo era inspiegabile. Non riusciva a darne una definizione perché sentimento completamente nuovo. Non sapeva come classificarlo ed ora come ora non ne aveva neanche la voglia, né tanto meno il bisogno. Per una buona volta, voleva pensare a vivere ciò che il fato gli stava dando. E sì, probabilmente in futuro avrebbe ricevuto una batosta tremenda - non aveva mai avuto un buon rapporto col destino -, ma ora non gli importava.
    Dopo mesi di sofferenze, di vero e proprio oblio, Jamie era tornato... o meglio, Ken stesso se l'era ripreso e non aveva nessuna intenzione di lasciarlo. Ne tanto meno avrebbe permesso a lui di fuggire. L'avrebbe cercato in capo al mondo.
    Sorrise sulle sue labbra mentre lo stringeva a sé ed inarcava un sopracciglio nell'ascoltare la seconda provocazione uscire fuori da queste ultime.
    Non poté che essergli grato: tutto ciò che desiderava era andare avanti, superare quel brutto periodo, che alla fin fine gli aveva anche riavvicinati, e chiedersi un po' di leggerezza. Un po' di calma... di tranquillità. E perché no, anche una sana dose di divertimento.
    Fu felice nel constatare che anche per Jamie fosse la stessa cosa.
    - Nello stesso modo in cui, probabilmente, anche tu avresti voluto uccider me tempo fa. lo punzecchiò mentre ridacchiava un'altra volta e rispondeva al bacio successivo.
    Non era perfettamente "libero" però, poteva vederlo perdersi in concetti fin troppo pesanti e poco rassicuranti che riuscirono a raggiungere il mago senza neppure faticare più di tanto.
    C'era qualcosa che non andava? Qualcosa che lo turbava? Ken voleva fargli capire che adesso avevan soltanto bisogno di vivere il presente, di fregarsene di quel che sarebbe potuto capitare. Anche per lui sarebbe stato difficile, ma se Jamie era al suo fianco - se continuava a lottare insieme a lui - allora nessuno li avrebbe fermati.
    Nessuno.
    Sospirò a fondo per poi guardarlo e perdersi ancora un'altra volta nei suoi occhi. Dannazione quanto gli eran mancati? Quanto CAVOLO gli eran mancati?
    Con una mano il mago lo avvicinò più a sé e lo abbracciò, voleva sentire i loro corpi stringersi un'altra volta. Ne aveva bisogno.
    Mi sei mancato Ken. alzò il capo giusto in tempo per ricevere un altro bacio che lo fece fremere. Perse un battito persino quando il licantropo gli disse che lo voleva e beh... chi era lui per affermare il contrario? Ma soprattutto, chi era lui per non acconsentire al suo volere?
    Gli morse leggermente il labbro inferiore per poi sorridere appena - Perché, quel coglione non ti ha soddisfatto? domandò mentre inarcava un sopracciglio, prendendosi un piccolo secondo di rivincita, prima di farlo cadere sopra il letto e salirgli a cavalcioni un attimo dopo.
    - Anche io ti voglio, idiota. asserì infine sincero, occhi contro occhi, passione contro passione, amore contro amore.
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    JAMIE SEBASTIAN WINTHROP
    Jamie era felice di poter stringere tra le sue braccia Ken. Era felice di poter baciale le sue labbra senza che lui si ritirasse o che affermasse quando stupido fosse quel gesto. Non c’era niente a tenerli l’uno distante dall’altro in quel momento, solo la loro volontà.
    Sebbene l’istinto del licantropo era di portare quei baci, ed i contatti dei loro corpi allo step successivo, desiderava ardentemente anche gustarsi quel momento: assaporarlo in tutta la sua interezza. Non era stato facile arrivare fin lì, per nessuno dei due. Non c’era quindi motivo di affrettare il tutto: non avevano alcun impegno quel giorno, non dovevano andare da nessuna parte. Potevano stare assieme, stringersi l’uno all’altro e baciarsi quanto avrebbero desiderato.
    Sebbene il contatto fisico senza vestito fosse quasi sempre ciò che Jamie preferiva, con Ken tutto gli andava più che bene. Non voleva forzarlo a fare nulla, non voleva pressarlo. Gli bastava solo stringerlo tra le sue braccia.
    - Perché, quel coglione non ti ha soddisfatto? A quelle parole sul viso di Jamie si formò un sorriso. Oh era rimasto soddisfatto da quella notte ma il suo cuore era rimasto sempre da un’altra parte: fermo fuori da un bar dopo aver ricevuto una bastonata.
    Si lasciò spingere sul letto, i suoi occhi erano fissi in quelli del mago. Quei pochi secondi di lontananza facevano quasi male. Non appena Ken si sistemò sopra di lui, le mani del licantropo immediatamente si posarono sui fianchi. I suoi occhi non riuscivano a spostarsi dal viso del mago: gli era impossibile guardare da qualsiasi altra parte.
    Ken era suo in quel momento, solo suo e di nessuna altro.
    Avrebbe voluto fotografare quel momento nella sua mente, renderlo indelebile, incancellabile. Voleva stamparlo su tutta la stanza per non dimenticare.
    Osservò quindi il ragazzo con estrema attenzione, soffermando su ogni piccolo particolare, ogni. movimento. Anche io ti voglio, idiota. Sentire quelle parole era quasi surreale.
    Jamie cercò immediatamente le labbra di Ken, ancora una volta. Non era sazio di quel contatto, ne voleva sempre di più. Le sue mani si spostarono invece al ventre del mago, dove iniziò ad armeggiare con i suoi pantaloni con l’intento di sbottonarli e togliere un indumento alquanto fastidioso. Non voleva però affrettare tutto e non voleva neanche prendere quel momento in mano, preferendo lasciare tutta l’azione a Ken.

    Fu meglio di quello che si sarebbe mai aspettato. Più i loro indumenti cadevano a terra più i loro corpi si toccavano, conoscevano ed avvicinavano, come se fossero impossibilitati a rimanere distanti, come se il solo atto fosse nulla a confronto. Si stavano conoscendo sotto un diverso punto di vista: più intimo e privato. Certo Jamie aveva passato le sue notti in compagnia di molte persone ma era solo puro e semplice piacere, intrattenimento. Niente di più. Con Ken era stato tutto diverso, come se stesse facendo tutte quelle cose per la prima volta.
    Sentire il mago vicino a lui lo portava a cercare la sua mano, il suo corpo, sempre. Aveva bisogno di quel contatto per respirare altrimenti sarebbe morto per asfissia. Ken… pronunciò dolcemente, guardandolo negli occhi, perdendosi dentro di essi. Non aveva in realtà nient’altro da aggiungere, desiderava solo pronunciare il suo nome.
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9 replies since 12/12/2020, 01:57   256 views
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